Dro, Tavernini (Comunità e Ambiente): “Profonda crisi politica locale”

Nicola Filippi07/01/20255min
marocche dro panorama



 

Alvaro Tavernini, consigliere capogruppo di “Comunità e Ambiente” a Dro, ha inviato “una serena riflessione” sui recenti sviluppi in Consiglio Comunale. Per Tavernini “evidenzia un momento di crisi profonda nella politica locale, un fenomeno che sembra ripetersi in diverse realtà italiane dove il distacco tra eletti e cittadini si accentua, creando una spirale di sfiducia e disillusione”. “L’analisi degli eventi che hanno portato alla dissoluzione del Patt e del Cantiere Civico Democratico, con la migrazione dei consiglieri che li componevano verso il gruppo misto, non ultimo il passaggio del Partito Democratico tra le forze di minoranza segnala un’incertezza crescente nel panorama politico, ma anche un’incapacità di dare risposte adeguate alle esigenze della comunità – scrive – Lo scioglimento di due gruppi storici e il passaggio di consiglieri verso il gruppo misto non sono solo il riflesso di un disorientamento interno, ma anche di una progressiva frattura tra la politica e i suoi rappresentati. Questa disaffezione si traduce in un mutato approccio da parte degli stessi consiglieri, che si allontanano dalle logiche di partito tradizionali e si aggregano in un gruppo che, pur dando l’impressione di una certa flessibilità, non offre una risposta chiara né un progetto condiviso. Da un lato c’è il desiderio di rinnovamento, dall’altro l’incertezza su quale direzione prendere”.
“Il gesto, del tutto isolato, di Matteo Chiarani “l’annuncio delle sue dimissioni in occasione del recente Consiglio Comunale” assume una valenza simbolica particolarmente forte. Non si tratta semplicemente di una protesta personale, ma di un segnale chiaro del malessere che penetra nella politica locale – spiega ancora il consigliere Tavernini – La sua decisione di voler abbandonare il ruolo di consigliere, che ha sostenuto la maggioranza, può essere vista come un atto di denuncia nei confronti di un sistema che non risponde più alle aspettative dei cittadini elettori, né tanto meno si fa interprete dei loro bisogni reali. Chiarani sembra voler urlare che la politica non è più quella che ascolta e che agisce, ma si è trasformata in una lobby di interessi amicali”.
“Anche l’adunanza di Consigli Straordinari a porte chiuse e il conseguente mancato coinvolgimento della cittadinanza nei processi informativi, partecipativi e decisionali alimentano la sensazione che l’amministrazione non voglia o non possa affrontare la propria crisi in modo trasparente – sottolinea – Quando il confronto si svolge dietro porte chiuse, la comunità percepisce il processo decisionale come distante ed elitario. La mancanza di un momento di riflessione pubblica, un’opportunità di confronto aperto con i cittadini, non solo rafforza il senso di esclusione, ma accentua la percezione di una politica che agisce in modo opaco, come se il malessere fosse troppo grande da affrontare pubblicamente”.
“Il richiamo alla necessità di una “presa di responsabilità etica e politica”; è, quindi, un monito che invita la classe politica a un ripensamento profondo e a una riflessione su come rimettere al centro la relazione con la comunità – ribadisce -. I cittadini non si accontentano più di comunicazioni unilaterali, ma chiede di essere partecipe, di contribuire alla definizione del futuro della propria comunità. In questo contesto, la maggioranza che guida l’amministrazione dovrebbe interrogarsi se il suo ruolo sia ancora quello di portare avanti un mandato di rappresentanza o se, invece, debba prendere coscienza dei propri errori, per aprire a un nuovo ciclo che sappia restituire fiducia ai cittadini”.
“Dro si trova dunque davanti a un bivio, come molte altre realtà locali – conclude – La scelta non riguarda solo la continuità o il cambiamento delle persone al potere, ma la possibilità di riacquistare un legame solido con i propri elettori, di rinnovare la politica su basi più trasparenti e inclusive. Il rischio di un ulteriore distacco dalla politica è molto concreto, e potrebbe portare a una disillusione che coinvolgerebbe soprattutto le nuove generazioni, quelle che dovrebbero essere il motore del futuro della comunità. Rinnovamento e responsabilità etica non possono rimanere solo slogan, ma realtà urgenti per garantire un futuro che non sia dominato dalla sfiducia e rassegnazione, ma da un nuovo entusiasmo per una partecipazione attiva e quindi di crescita collettiva”.