Dro, il nuovo Consiglio si insedia tra aperture e stoccate: Unione Democratica all’attacco

Nicola Filippi29/05/20254min
_ZFG6531 MARCO SANTONI CANDIDATO SINDACO DRO (3)


 

È partita col freno a mano tirato, la nuova legislatura a Dro. E a dare la prima accelerata — o meglio, la prima sterzata polemica — sono stati i consiglieri Marco Santoni e Massimo Bortolameotti, esponenti di punta di Unione Democratica per l’Autogoverno, la lista più votata alle ultime elezioni comunali. Il contesto è quello della prima seduta del consiglio comunale, che ha ufficialmente aperto i lavori del nuovo ciclo amministrativo. Ma il clima, nonostante i toni istituzionali, è già carico di tensioni.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Il discorso d’insediamento della neo sindaca (il nome non viene esplicitato nel comunicato, ma il messaggio è chiarissimo), giudicato da Santoni e Bortolameotti “parziale e settario”. Il motivo: il ringraziamento rivolto esclusivamente ai cittadini che hanno sostenuto la coalizione vincente. «Una volta eletti, si rappresentano tutti, anche chi ha votato diversamente o non ha votato affatto», sottolineano i consiglieri, che parlano di brutto segnale iniziale per una legislatura che si preannuncia tutt’altro che pacifica.
Ma non è solo una questione di forma. Il gruppo di Unione Democratica entra subito nel merito, e lo fa con il bisturi: composizione della giunta, metodo Cencelli, deleghe assegnate “a pacchetto” e senza criteri meritocratici, assessori scelti per appartenenza e non per preferenze ottenute. E ancora: deleghe sovrapposte, ripartizione squilibrata degli incarichi, e — colpo al cuore — la delega all’infanzia affidata «a un nonno», scelta bollata come «tradizional-paternalistica».

 

 

Il caso Pietramurata emerge come punto politico sensibile. Una frazione storicamente marginalizzata, che oggi si sente nuovamente dimenticata. Nessun rappresentante in giunta, nemmeno dopo l’allargamento da quattro a cinque assessori. Una decisione che, secondo i consiglieri di minoranza, rischia di esasperare un senso di frustrazione mai sopito. Non bastano, denunciano, i 239 voti espressi dalla frazione (quasi il 10% del totale), né il sostegno esplicito dell’ex consigliere provinciale Nerio Giovanazzi e della consigliera Eleonora Angeli, per legittimare — politicamente — le istanze di un’intera comunità.
Il riferimento al passato non è casuale: in tutte le giunte precedenti, Pietramurata aveva sempre espresso almeno un vicesindaco. Oggi, nemmeno un assessore. E il messaggio è chiaro: così si mina l’equilibrio interno al territorio comunale.
Nonostante le critiche, Santoni e Bortolameotti confermano una disponibilità alla collaborazione, che però sarà “vigile e netta”, nel rispetto dei ruoli. E rilanciano: un programma di minoranza, frutto del confronto con elettori e forze politiche affini, diventerà la bussola per la loro azione nei prossimi cinque anni. Un’opposizione costruttiva ma presente, strutturata, con l’obiettivo dichiarato di incalzare la maggioranza su ogni scelta.
Il consiglio è partito. E se il buongiorno si vede dal mattino, a Dro si preannuncia una legislatura tutt’altro che soporifera. Il campo è tracciato: apertura istituzionale, ma niente sconti. E Unione Democratica si prepara a giocare la partita. Con il fioretto, sì. Ma senza guanti di velluto.