Divieto di consumare cibi e bevande in prossimità dei locali a Riva del Garda: una precisazione

Redazione17/03/20213min
RISTORANTE CHIUSO ASPORTO 3


L‘Ordinanza che il sindaco di Riva del Garda Cristina Santi ha firmato martedì 16 marzo e che stabilisce il divieto di consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, è l’esito di un incontro che si è tenuto tra l’Associazione ristoratori Alto Garda e Ledro, nella persona del presidente Paolo Turrini, e il Corpo intercomunale di polizia locale, voluto per trovare una soluzione ai troppi comportamenti irregolari ravvisati in questi giorni di zona rossa.
Per esattezza, comunque, la normativa Nazionale parla di “Divieto di consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie, ecc.) e nelle loro adiacenze“, quindi l’Ordinanza Sindacale è ulteriormente restrittiva.
L’ordinanza è stata quindi approntata dalla Polizia locale, che l’ha inviata ai Comuni di Riva del Garda, Arco, Nago-Torbole, Dro, Tenno e Drena, così che ogni sindaco la firmasse per il territorio di sua competenza. Questo, si ribadisce, in considerazione del momento molto difficile e delicato, in cui la pandemia preoccupa e in cui, a fronte dell’istituzione della zona rossa, si assiste a molti comportamenti non idonei.

Va anche ricordato che l’ordinanza non fa che ribadire e sottolineare quanto già stabilito a livello nazionale, ovvero che nelle zone rosse «è sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie, ecc.) e nelle loro adiacenze» (L’ordinanza Sindacale è quindi più restrittiva), e che «l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali».
L’ordinanza, che stabilisce inoltre che la vendita d’asporto deve essere effettuata solo in contenitori monouso chiusi o incartati, e che le attività che svolgono vendita da asporto sono tenute a esporre al pubblico la presente ordinanza in maniera visibile, non cambia di fatto le misure vigenti, ma vuole «dare certezza agli operatori economici e ai cittadini sulle regole da seguire -come si legge nel testo-, favorire un più diffuso rispetto dei divieti e degli obblighi vigenti, e comunque agevolare i controlli e l’accertamento delle eventuali violazioni».

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