Così il rivano Bertanza inventò la cartolina illustrata

Redazione25/05/20254min
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La cartolina illustrata? Oggi è andata in disuso, soppiantata da telefonini e altre diavolerie, ma, per un secolo e più, fu un sistema di comunicazione stellare. La cartolina illustrata è una gloria rivana. Parliamo di Cesare Bertanza, Rivano geniale, che nel 1885 ne fu inventore e padre. Ai giorni nostri la memoria viene mantenuta viva dal bisnipote Cesare Hoffer. Il discendente ha trascorso trent’anni nel negozio del bisnonno prima in piazza Benacense (l’attuale Tre Novembre) e poi in via Gazzoletti, luogo di ritrovo dei Rivani.
Il Cesare dei giorni nostri ricostruisce, attraverso testimonianze, la storia del bisnonno. Quella che ne emerge è una figura di spessore culturale e civile, storico delle vicende cittadine, che affidò al libretto “Effemeridi rivane”, tuttora valido ed utile. Fu irredentista e motore di eventi cittadini. Nei luoghi “vissuti” dal bisnonno un giorno Hoffer trova una scatola, la apre e sfoglia tutte le cartoline e ciò che vi trova dentro. Le immagini di fine Ottocento e della Grande Guerra, che il bisnonno aveva messo via, lo emozionano: tra tutte le cartoline “non viaggianti”, ossia la prima, se vogliamo, forma di marketing turistico con otto soggetti. In questa storia familiare è presente oggi anche Marina Hoffer, pure bisnipote, che considera un onore avere come bisnonno Cesare Bertanza, fratello di sua nonna Margherita Bertanza in Hoffer.
Ecco come la rivista “El Campanom” nel 1927 proponeva la storia. Il titolo dell’articolo è “Dove e quando uscirono le prime Cartoline illustrate: a Riva, 1885” e così racconta: “L’idea sbocciò dalla fervida mente del sig. Cesare Bertanza, il quale una bella mattina del maggio di quell’anno la svelò al suo amico Giovanni Gregori, che teneva un fiorente Stabilimento Tipografico in casa Bernardinelli, in piazza Castello. La prima idea fu rudimentale: una cartolina postale comune, con impressa in un angolo una piccola veduta di Riva. Il Gregori applaudì la geniale iniziativa e si pose subito all’opera con ardore, aiutato dall’entusiasmo dei suoi operai, che oggi vanno superbi di aver collaborato alle prime cartoline illustrate del mondo e che qui mi piace ricordare, anche perché tutti fecero carriera nella loro nobile arte. Essi sono Giuseppe Tosadori, proprietario di uno Stabilimento tipografico, Giuseppe Restelli con lo stabilimento l’“Unione Tipografica Bresciana” in Brescia e il cav. Eugenio Restelli con lo Stabilimento Litografico a Lovere, prov. di Como. Le prime cartoline illustrate uscirono in otto soggetti, che furono incisi sulla pietra. Esse sono semplici cartoline postali, con impressa, in un angolo dalla parte libera per lo scritto, una vignetta rappresentante qualche caratteristico punto di Riva. La figura è piccola, di un sol colore, eseguita quasi a tratti di penna, tanto è primitiva. Le prime cartoline furono messe in vendita a Soldi 5, più il francobollo di allora di Soldi due, e trovarono tale favore che in un baleno fu inondazione mondiale di cartoline illustrate. Tale invenzione, apparentemente modesta, ma in realtà veramente straordinaria per lo sviluppo fulmineo e fantasticamente vario che prese, onora la Città dove ebbe i natali e le persone che prime vi collaborarono”.
Vittorio Colombo.
(Nella foto d’epoca il laboratorio Bertanza in piazza Tre Novembre, all’angolo est del Municipio)