Con i dipinti l’artista Simonetta Malfer libera il suo inconscio




“Di passaggio” è il titolo della nuova esposizione alla galleria “Il Transito”, via Segantini 81 ad Arco. Le opere sono della pittrice arcense Simonetta Malfer. Mamma di due bambine, gestisce con la sorella la rivendita giornali e tabacchi di via Mantova e ha scoperto, in età matura, quanto pittura e disegno possano farla stare meglio con se stessa. Le sue opere d’arte resteranno esposte fino a venerdì 19 aprile, con orario di apertura della galleria dalle 17 alle 19. Per info o appuntamenti è possibile inviare una email: [email protected].
“La Busa” è entrata alla galleria e ha voluto conoscere la giovane artista arcense. “Prima faccio il quadro – racconta – poi capisco cosa mi voleva dire la mia parte inconscia, che non mi arriva subito…”. Effettivamente, ammirando i suoi quadri vieni rapito dai colori cupi, ma con un punto di luce ben definito. “Sono le mie visioni, quello che vivo, quello che devo trascendere, sono i miei sogni, le mie visioni, ma più che altro quello che devo risolvere in me stessa – spiega l’artista – La mia gioia e la mia felicità le vivo, senza problemi, ma quando le cose non vanno come devono andare l’arte mi aiuta a guarire, l’arte è la mia terapia. Nasce nel momento in cui devo tirare fuori qualcosa che non va da me stessa. Vado a fondo di me stessa, vedo il profondo, lo trascendo e riesco a risolverlo. Mi succede anche con la meditazione”.
L’arte pittorica come forma più alta di terapia taumaturgica. “Esatto. Ho iniziato a dipingere nel 2021. A me è sempre piaciuto dipingere, disegnare. Fin da piccolina. Le mie maestre alle elementari trovavano sempre qualcosa di particolare nei miei disegni, ma dalle medie in poi non ho fatto più nulla. Nel 2021 ho creato un progetto per l’asilo di Bolognano, un grande murale per l’abbellimento della facciata esterna e ho impiegato un mese e mezzo per arrivare alla fine del progetto. Da lì, parlando con un’amica che aveva notato la mia passione per dipingere, mi ha mandato a fare disegni sui muri di un B&B a Dro. Ho acquistato tutto il materiale e ho iniziato a lavorare. E mi si è aperto un mondo, scoprendo la mia voglia di dipingere che mi aiutava a stare meglio”.
Da neofita, Simonetta Malfer si è immersa nel mondo delle tele e della pittura ad olio. Non avendo alcun insegnamento scolastico di arte, ha seguito tutorial sui social per plasmare le pennellate. Così è nato il suo primo quadro: la donna che scende dalla scala per fuggire dall’acquario, che rappresenta la situazione di prigionia in un mondo artificioso, figlio di mesi di durissimo lockdown per la pandemia da Covid. “Il mondo mi stava stretto – racconta ancora – e stavo uscendone, ritornando a me e alla mia anima. Stavo fuggendo dal quel periodo storico drammatico per rientrare in me stessa”. “Narciso contro Calicanto” rappresenta invece la rinascita: “Spaccare una vecchia me, per trovare una nuova me, lasciando via il vecchio che doveva essere lasciato andare…”.
Per la critica Laura Staffieri rappresenta “la necessità di liberarsi dagli automatismi e dalla fissità delle abitudini”. Nel quadro “Uno, nessuno, diecimila” invece sono rappresentati fiori diversi, quanti “i ruoli che siamo chiamati a recitare nella vita – spiega ancora la critica – ci identifichiamo nei vari personaggi che siamo chiamati a recitare, tanto da smarrire ogni capacità critica e distanza psicologica”. Nei suoi quadri predomina un colore, il verde: “è il mio colore preferito”, ammetta l’artista. In Amazzonia 135 però rappresenta “la legge della dualità, del divenire delle cose in continuo movimento nel tempo e nello spazio – spiega ancora la dottoressa Staffieri – su una sponda si vede un cerbiatto, su quella opposta il cacciatore, un giaguaro. Nella foresta dell’inconscio i due aspetti sono separati dal fiume e manca un ponte che possa risolvere l’opposizione”.