Comunità terapeutica Camparta, cinquant’anni di cura e dignità
Cinquant’anni di ascolto, cura e risposte coraggiose. È questo il traguardo celebrato al MUSE di Trento durante il convegno dedicato alla comunità terapeutica Camparta, una realtà che rappresenta un’eccellenza del sistema trentino di accoglienza e recupero. Presente all’evento l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, che ha sottolineato il valore sociale, terapeutico e culturale di questa esperienza storica nel panorama delle dipendenze.
Fondata nel 1975 su iniziativa del professor Valerio Costa di Arco e di un gruppo di professionisti e intellettuali trentini, Camparta nasce da una visione allora rivoluzionaria: la dipendenza non è un crimine, ma una malattia da curare. Attiva dal 1977 nel complesso acquistato dalla Provincia, la struttura è oggi gestita dal Centro antidroga Onlus (CAD) e, dal 2018, accoglie esclusivamente donne – spesso anche madri – con problemi di dipendenza da droghe o alcol. Può ospitare fino a 15 persone per percorsi della durata media di un anno e mezzo, articolati tra attività terapeutiche, lavoro agricolo, laboratori e vita comunitaria. Vi operano 12 professionisti in sinergia con il Servizio per le dipendenze (SerD) di Trento.
Nel suo intervento Tonina ha ricordato il forte impegno della Provincia autonoma di Trento nel contrasto alle dipendenze, a partire dall’approvazione delle nuove direttive socio-sanitarie fino alla recente revisione del modello di presa in carico, frutto della collaborazione tra UMSE, APSS e comunità terapeutiche come Camparta.
L’Assessore ha annunciato l’avvio di un progetto di risanamento conservativo della sede della comunità: “Insieme ad APSS – ha spiegato – stiamo realizzando una redistribuzione funzionale degli spazi. I primi due lotti di spesa sono già stati stanziati e entro il 2025 verrà completata una prima fase di lavoro”.
Centrale anche il tema della prevenzione. L’assessore ha ricordato che nella recente legge finanziaria è stato introdotto un articolo dedicato alla promozione di sani stili di vita, con una dotazione stabile di 600.000 euro per i prossimi tre anni: “Un investimento importante – ha concluso – che permetterà di ampliare il piano della prevenzione e di diffondere la cultura della salute nei luoghi della quotidianità: scuola, lavoro, comunità. Vogliamo portare la salute in tutte le politiche, lavorando con enti di ricerca, reti istituzionali e coinvolgendo attivamente i cittadini”.