Commissione urbanistica di Arco, ancora una fumata nera
Ancora una fumata nera per quanto riguarda la presidenza della commissione urbanistica del Comune di Arco. I rappresentanti delle opposizioni si sono infatti presentati alla riunione in videoconferenza in ordine sparso, senza essere stati capaci di convergere su un nominativo comune. A questo punto la maggioranza si è riservata di discutere le proposte arrivate sul tavolo e di aggiornare la nomina del presidente alla prossima riunione. Due al momento i candidati ufficiali: Arianna Fiorio (Civica Olivaia) e Nicola Tamburini (Civica De Laurentis). Ad inizio seduta i giochi sembravano fatti: Giacomo Bernardi ha infatti indicato la Fiorio come candidata unica, sostenendo che sul suo nome era stato raggiunto un accordo fra tutte le componenti delle forze di minoranza. Una posizione immediatamente contraddetta da Nicola Tamburini, che, spiazzando i suoi colleghi e sostenendo che nulla era ancora stato deciso, ha affiancato la sua candidatura a quella della collega. A mediare ci ha provato Stefano Miori: l’assessore all’urbanistica nella precedente consiliatura ha proposto di lasciare altro tempo alle minoranze per permettere loro di trovare la quadra e risolvere l’impasse in cui è ancora bloccata una commissione che, per ammissione dello stesso sindaco Alessandro Betta ad inizio seduta, è la più strategica per quanto riguarda le scelte future della comunità, soprattutto in un periodo così travagliato come quello che stiamo vivendo. A tagliare corto è però stato lo stesso primo cittadino, che di fronte ad un quadro ancora così frammentato ha ribadito la sostanza delle scelte fatte dalla maggioranza. Non si tratta di una faccenda personale, ha detto, ma politica. A fronte della candidatura di due persone la maggioranza si riunirà e prenderà una decisione, che verrà comunicata alle forze di minoranza all’inizio della prossima seduta: «Entrambi – ha spiegato Betta – sono profili validi, dunque nel confronto fra i due candidati noi faremo sapere chi avremo deciso di appoggiare». A meno che nei prossimi giorni le opposizioni non trovino in extremis un accordo.