Clclovia del Garda: “Il Giardino dello Sperone tra olivi, lecci, luppolo e farfalle”

Il nuovo tratto della Ciclovia del Garda che conduce da Riva allo Sperone è diventato meta di numerosissimi escursionisti, siano essi giovani che apprezzano il nuovo tracciato realizzato dalla Provincia che persone di una certa età che, nel percorrerlo, rivivono momenti di gioventù.
Un’esperienza emozionante che lo scrittore di origini rivane Andrea Malossini, figlio di Ezio Malossini, condivide con La Busa: “Nei giorni scorsi ho ripercorso a piedi, dopo quasi 60 anni, il nuovo tratto della Ciclovia del Garda tra Riva e lo Sperone. È stato un emozionante viaggio nel passato. Allo Sperone e sulla sua mitica piattaforma ho trascorso intere estati, con la famiglia, i parenti di Riva e i tanti amici (italiani, tedeschi e olandesi), che ogni anno lì si ritrovavano puntuali. Si partiva a piedi da Riva (allora in estate abitavo in via Gazzoletti), e dopo sette gallerie e 1750 metri si arrivava allo Sperone. Ricordo ogni metro: la Casa Rossa, il ristorante Grotta Azzurra (bagni Excelsior), la Madonnina cara al poeta Giacomo Floriani…
La recente passeggiata si è interrotta davanti al cancello del cantiere della Ciclovia e pur sbirciando non ho capito che cosa resti oggi dello Sperone. Qualche anno fa lo raggiunsi con la barca a remi e, al netto della piattaforma sprofondata con il terremoto del 1976, notai che resistevano gli ulivi, i lecci e le piante tipiche della macchia mediterranea come timo, origano e luppolo selvatici. Poi, tanta valeriana rossa e un grande cespuglio dell’albero delle farfalle (Buddleja), finito lì non so come, dolce banchetto delle farfalle colibrì (Macroglossum stellatarum). In acqua, qualche sparuto cavedano (lo Sperone era il luogo del Garda trentino preferito per la loro frega annuale). La spiaggia era ridotta al lumicino e il torrente quasi scomparso, ma pareva immutata la natura del luogo che mi aveva affascinato da bambino”.
Ezio Malossini, dopo il matrimonio nel 1951, si trasferì da Riva a Bologna, città d’origine della moglie, dove nel 1958 è nato Andrea. Da allora lo scrittore ho trascorso quasi tutte le estati a Riva e, da quando è in pensione, passa diversi mesi nella cittadina Benacense dove ha tanti parenti ed amici. Nella sua lettera parla anche dei progetti dei giorni nostri, che vedono la Ciclovia proseguire fino al confine con Limone con i lavori in corso o in imminente avvio di esecuzione (vedi nota in fondo).
“Ho letto del collegamento della ciclovia fino al confine con Limone, anche se vedo questa come un’opera che trasformerebbe per sempre quel tratto di costa ancora selvaggia, tra l’altro parzialmente rinaturalizzata con la scomparsa della piattaforma e il crollo del tratto dell’ex-Gardesana a sud dello Sperone. Personalmente spero che non accada, anche perché la Ciclovia del Garda va intesa per quello che è: un percorso pedonale ciclabile. Dunque, tratti di un percorso da godere localmente, a piedi, e solo occasionalmente, e lentamente, in bicicletta. Tratti appunto. Una Ciclo-via, dove il tratto non unisce materialmente i diversi punti e interessi, almeno non quando far questo sia paesaggisticamente ed economicamente poco sostenibile”.
Tornando alla Riva-Sperone, anche se questa non portasse ad altro che allo Sperone, secondo il nostro lettore l’attrattiva resterebbe grande, fino ad essere una meta quasi irrinunciabile se terminasse in un giardino: “Un giardino naturale, composto da flora autoctona. Ottenuto principalmente con la ricostituzione della vegetazione spontanea. Soprattutto arbusti e cespugli a fioritura scalare. Più in generale, interventi lievi e di basso impatto (e dalla bassa manutenzione), come l’uso della pietra naturale per la messa in sicurezza dei sentieri e degli accessi al lago. Elementi che tra l’altro potrebbero essere “annunciati” lungo il percorso. Il Giardino sarebbe un’attrazione formidabile anche per i rivani, e non solo per quelli avanti negli anni come si potrebbe immaginare. Ricordo che da ragazzo lo Sperone, e per i pigri la casa Rossa, di sera erano mete appartate buone per una grigliata in compagnia o per fare i fatti propri. Pazienza se alla mattina, per buona creanza, agli adulti toccava pulire, magari “sacramentando”, per rendere la spiaggia nuovamente balneabile”.
“Sì, spero che in un futuro prossimo la meta per tanti sia il Giardino dello Sperone – conclude Andrea Malossini – da raggiungere con calma a piedi di mattina, quando il sole illumina le volte delle nuove gallerie. Gli olivi ci sono ancora, i cavedani e le farfalle torneranno”.
Ciclovia del Garda
Tratto UF 2 (Spiaggia dello Sperone – Foce del Ponale): approvazione del progetto in conferenza dei servizi entro aprile, con un costo stimato di 11 milioni di euro. La tipologia progettuale rispecchia il tratto UF 1.2, nell’ottica del recupero del vecchio tracciato della SS 45 alternando gallerie naturali a gallerie artificiali in un percorso totalmente protetto e con particolare attenzione rispetto all’inserimento paesaggistico nel fronte roccioso.
Tratto UF 3.1 (Confine con Limone – Galleria delle Limniadi): 80% completato.
Tratti UF 3.2 e 3.3 (dalla Galleria delle Limniadi a quella dei Titani): lavori in corso con attenzione alla mitigazione ambientale attraverso la variante progettuale che prevederà il paesaggio a fianco strada e non sulle falesie.
Tratto UF 3.4 (Galleria dei Titani – Foce del Ponale): in fase di redazione la progettazione esecutiva che tiene conto della realizzazione di due gallerie naturali al fine di riportare il tracciato all’interno delle falesie e non all’esterno.
UF 3.5 (Messa in sicurezza del versante): in corso la procedura di appalto per un importo di 7,1 milioni di euro.