Ciclovia del Garda: Riva dice “NO” e chiede intermodalità

«Il Comune di Riva non prenderà in carico né ora né mai il tratto di Ciclovia del Garda tra Limone e la nostra città». La frase, scandita dal sindaco Alessio Zanoni, confermata alla redazione de La Busa, non lascia spazio a interpretazioni e segna un nuovo capitolo in un dossier che da anni spacca amministrazioni, comunità e visioni lungo le tre sponde del Benaco.
La posizione del Comune di Riva
La nuova giunta di centrosinistra conferma senza tentennamenti quanto già sostenuto quando era all’opposizione: il progetto così come impostato dalla Provincia non convince. Dopo un primo scambio con il commissario straordinario Francesco Misdaris, giudicato «non soddisfacente», da Palazzo Pretorio è partita una seconda lettera ufficiale indirizzata al presidente Maurizio Fugatti e al direttore generale del Dipartimento infrastrutture Luciano Martorano. Risposte, per ora, non ne sono arrivate. Nel frattempo, sollecitato in consiglio comunale dall’interrogazione della consigliera Maria Pia Molinari, Zanoni ha messo un punto fermo: nessuna presa in carico, nessuna responsabilità gestionale o manutentiva, né ordinaria né straordinaria, per il tratto Limone–Riva.
Il cuore del confronto: sicurezza e idrogeologia
Al centro delle perplessità c’è la tenuta stessa del versante e la sicurezza della viabilità gardesana. Il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda ha inviato un dossier tecnico al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, richiamando il rischio idrogeologico del segmento più delicato e le possibili ricadute sulla circolazione stradale, snodo vitale per l’intero lago. Il timore è chiaro: un’opera spettacolare ma esposta, con l’incognita di chiusure e interruzioni al primo segnale di instabilità, in un’area già complessa dal punto di vista morfologico.
L’alternativa che piace a Riva: l’intermodalità
La chiave proposta dall’amministrazione rivana è l’intermodalità: integrare la ciclovia con tratte su acqua, sfruttando la navigazione come “ponte” nei tratti più critici. Una soluzione che guarda alla sostenibilità complessiva—economica, ambientale e di sicurezza—e che trova un precedente nella scelta della Regione Lombardia su alcuni segmenti di sua competenza (ad esempio tra Gargnano e Limone), dove la navigazione è stata riconosciuta come opzione coerente con le norme e con il contesto territoriale. Per Zanoni è «l’unica via oggi percorribile per una risposta seria e rispettosa dell’ambiente e della sicurezza».
Mascaro: «Non è immobilismo, è visione e coerenza amministrativa»
A sostenere la linea del sindaco arriva anche la voce di Loredana Mascaro, consigliera comunale di Campobase – Noi per Riva, presidente della Commissione comunale Mobilità e Ambiente e componente della Commissione Urbanistica ed Edilizia.
In un post diffuso sui social, Mascaro parla di “coraggio della coerenza”, ringraziando Zanoni «per aver scelto la responsabilità» e riconoscendo il lavoro del Coordinamento ambientale e del comitato Sal, da anni in prima linea per la tutela del territorio gardesano.
«La sicurezza e la tutela del nostro territorio non sono oneri da scaricare su chi, con coerenza, si è sempre opposto a un’opera che presenta criticità evidenti», scrive Mascaro, ricordando che “le alternative esistono” e che la sponda lombarda «ha già fatto la sua scelta».
Poi l’appello alla Provincia: «È tempo che anche il Trentino ascolti il grido d’allarme lanciato dal Coordinamento ambientale e da numerosi tecnici. Non è immobilismo. È visione. È difesa del paesaggio, della sicurezza, della coerenza amministrativa».
Un intervento che, pur nel tono pacato, dà forza politica e istituzionale a una posizione condivisa da una parte significativa della maggioranza cittadina, e che intreccia temi cruciali: responsabilità amministrativa, tutela ambientale e sostenibilità territoriale.
Politica e territori: un progetto che divide le tre sponde
La Ciclovia del Garda è anche – inevitabilmente -politica. La Provincia, con in testa il presidente Fugatti, spinge da anni per completare l’anello. Il centrodestra, che fino a pochi mesi fa governava anche Riva del Garda, sosteneva l’impostazione attuale del progetto. Oggi, con il cambio di amministrazione in città, la rotta è cambiata ma la dialettica resta accesa: Trentino, Lombardia e Veneto condividono un obiettivo di massima – valorizzare il lago e la mobilità dolce – ma divergono su come farlo nei tratti più sensibili. Il risultato è un mosaico di scelte, dove ogni sponda prova a tenere insieme sviluppo turistico, tutela paesaggistica e sicurezza.
Cos’è (e cosa dovrebbe essere) la Ciclovia del Garda
Pensata come un itinerario ciclopedonale ad anello lungo l’intero perimetro del lago, con 166 chilometri, la Ciclovia del Garda promette di collegare borghi, porti e approdi con un tracciato continuo, panoramico e “slow”. Non solo un’infrastruttura sportiva, ma un corridoio turistico capace di destagionalizzare i flussi e connettere servizi, attività e trasporti. È anche una vetrina internazionale: le immagini delle passerelle a sbalzo sono già diventate iconiche. Ma proprio quell’iconicità si scontra, in alcuni tratti, con la fragilità dei versanti e con i costi – non solo di realizzazione, ma di manutenzione nel tempo.
Le prossime mosse
In attesa di una risposta ufficiale da Trento, la posizione di Riva è cristallina: no alla presa in carico del tratto Limone–Riva e sì a un tavolo che metta l’intermodalità al centro, con una progettazione che parta dalla sicurezza e dalla compatibilità ambientale. Sullo sfondo, il pressing del Coordinamento interregionale perché il cantiere nei segmenti più delicati venga sospeso e si apra alla navigazione come sostituzione funzionale.
Perché la partita è decisiva
La scelta su questo tratto non è un dettaglio locale: riguarda l’identità della Ciclovia, il suo modello gestionale e il messaggio che il Garda vuole dare al mondo. Un conto è un anello continuo “a tutti i costi”; un altro è un sistema ibrido che accetta un cambio di mezzo nei punti critici. In mezzo, la domanda chiave: qual è il compromesso giusto tra visione, sicurezza e sostenibilità? (n.f.)