Ciclovia del Garda, il Coordinamento: “Costi quadruplicati e versanti instabili, sospendere tutto”

Dopo la nota tecnica dell’ex assessore Pietro Matteotti sulla necessità di “completare e connettere” le tratte della Ciclovia del Garda, arriva una replica durissima dal Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda, che parla apertamente di “opera pericolosa, costosissima e ambientalmente devastante”.
Ciclovia del Garda e ciclabili: lo stato dell’arte secondo Pietro Matteotti
Il documento, firmato dai comitati di Trento, Brescia e Verona, smonta punto per punto l’ottimismo dell’ex amministratore rivano e accusa la Provincia autonoma di Trento di “procedere in silenzio nonostante le gravi criticità geologiche e tecniche emerse”.
“Leggiamo sulla stampa affermazioni fumose e imprecise sul tratto occidentale trentino della ciclovia, opera che la PAT sta portando avanti con sempre maggiori difficoltà”, scrivono gli ambientalisti. “Sarebbe opportuno chiedere la sospensione dei lavori per il rischio geologico incombente”.
Frane, vuoti e instabilità
La replica fa riferimento ai dissesti avvenuti durante la realizzazione del primo lotto Riva–Sperone: “Due crolli tamponati e uno ancora in corso”, ricordano, “solo per aver scavato alla base la roccia per le gallerie artificiali”.
Il Coordinamento elenca poi casi specifici: il crollo del marzo 2024 vicino alla Casa Cantoniera, il dissesto del 2023 nella galleria “C” e il terzo episodio tuttora sotto osservazione.
Ancora più preoccupante, secondo gli ambientalisti, è quanto avvenuto sotto la Tagliata del Ponale: “Il grande vuoto scavato — almeno 300 metri cubi — ha indebolito una roccia già fratturata e instabile”, spiegano, evidenziando come la PAT abbia dovuto fermare i lavori e incaricare monitoraggi e studi universitari per verificare la tenuta del versante.
Un cantiere che minaccia paesaggio e lago
Non si tratta solo di sicurezza. Il Coordinamento denuncia un “sfregio paesaggistico enorme” lungo il tratto Sperone–Ponale, dove “si prevede di demolire la sottilissima parete rocciosa per realizzare gallerie e nicchie in cemento armato”.
A questo si aggiunge l’impatto del cantiere: “La spiaggetta dello Sperone, un tempo piccolo paradiso balneare, sarà occupata per anni dai mezzi di lavoro”.
Costi esplosi e opere incerte
Sul piano economico, la nota non lascia spazio a dubbi: “Un chilometro di ciclovia costa oltre 19 milioni di euro”.
Il tratto Riva–confine lombardo (5,5 km) ha raggiunto una previsione di spesa di oltre 84 milioni di euro, con gran parte dei lavori ancora fermi o in progettazione.
“Nel 2021 tutto il tratto trentino doveva costare 80 milioni: oggi la stessa cifra non basta per un terzo del percorso”, sottolineano, denunciando una quadruplicazione dei costi in appena quattro anni.
Un modello alternativo
Mentre Matteotti invita a “guardare alla ciclovia come a un sistema strategico per mobilità e turismo”, il Coordinamento ribatte che “non è buon amministrare sprecare denaro pubblico su un’opera geologicamente insostenibile”. La Lombardia, ricordano, “ha scelto serenamente i battelli, un’opzione che valorizza il lago senza distruggerlo”.
La conclusione è una richiesta netta: “Serve trasparenza, serve prudenza. Finché non saranno garantite la sicurezza e la sostenibilità ambientale, i lavori devono essere sospesi”.










