Chiusura Dana, per il movimento Onda “Provincia impreparata e poco lungimirante”

Redazione28/11/20244min
20190725IMG_8728 ARCO ESTERNO FABBRICA DANA


 

Le notizie sul destino della fabbrica Dana di Arco non lasciano prevedere orizzonti luminosi per il comparto industriale Trentino. “L’annunciata cessione dello stabilimento – scrive il movimento politico Onda – dimostra ancora una volta quanto la politica locale e provinciale si faccia trovare impreparata. Il monito sollevato più volte dal comparto industriale non è stato sufficientemente ascoltato; da ultimo il neopresidente di Confindustria, come i suoi predecessori, hanno più volte messo in guardia rispetto a questi rischi ed hanno chiesto maggior attenzione per tutelare e rivitalizzare un comparto che è da sempre pilastro dell’economia. Il Trentino non è solo turismo, è un concetto che più volte è stato evidenziato e più volte sono state richieste azioni conseguenti”.

 

 

I firmatari del comunicato Onda Alto Garda e Ledro Filippo Degasperi, Johhny Perugini, Lara Versini e Letizia Vicari analizzano poi la situazione Altogardesana, nell’ottica delle notizie relative al compendio DANA: “Stiamo spendendo 400 milioni di Euro per la ciclovia del Garda, circa 30 milioni per due teatri ad Arco e a Riva, si ipotizzano 10 milioni per un campo da golf sul Baldo a Nago: sono questi gli interventi che nel futuro daranno ossigeno all’economia di questa importante zona provinciale che, da anni, produce circa il 30% dell’intero PIL provinciale? Le industrie hanno bisogno di una mobilità adeguata che in Altogarda deve ancora essere terminata. I lavori languono dal lontano 2018 e, dopo 17 varianti, la San Giovanni-Cretaccio ancora non è definitivamente progettata nella sua interezza. Possiamo ancora permetterci una politica che è sempre più occupata su tavoli di lavoro a parlare di orsi, lupi, ciclabili e concerti, o dovremmo invece pretendere che chi ci amministra si concentri a tempo pieno sulle questioni importanti che determineranno il futuro dell’economia trentina?”.
Il movimento, infine, critica le parole espresse dall’Assessore provinciale all’Industria Spinelli: “Con candore disarmante dichiara “Il passaggio è delicato, i temi sono complessi, di sicuro mi confronterò con Confindustria e cercheremo di fare un ragionamento” – scrivono da Onda Alto Garda – Parole tipiche di chi, colto alla sprovvista, non sa che pesci pigliare. Il ragionamento andava fatto anni fa, quando è stato eletto, non ora che, dopo anni di assessore con competenze specifiche, si ritrova a dover “ragionare” su un tema complesso. Le sue parole hanno il triste sentore del “salviamo il salvabile”, pronunciate da chi non ha la più pallida idea di cosa fare”.
Il Gruppo Onda Altogarda e Ledro esprime quindi la sua preoccupazione per la questione e sollecitano gli amministratori locali ad interfacciarsi direttamente con le imprese locali per raccogliere le esigenze di chi ha investito sul nostro territorio, e ad attivare un collegamento diretto con la PAT per le valutazioni sulla questione della crisi industriale locale al fine di mettere in campo tutte le iniziative possibili per una vera tutela dei lavoratori e di tutto l’indotto che un comparto come quello manifatturiero porta con sé.