Casa Artisti, in mostra le foto dell’Afghanistan pre invasione russa

Redazione05/10/20223min
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La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» propone un viaggio nell’Afghanistan pre invasione russa.
Il tema portante della stagione espositiva autunnale della Casa degli Artisti -che festeggia le oltre 8400 presenze alla mostra «Paolo Vallorz: la figura e una stanza di fiori», allestita dal 23 luglio al 25 settembre- è il viaggio inteso come sguardo aperto, riflessione e conoscenza. In mostra nella sala superiore, le foto di un viaggio in Afghanistan compiuto da Ennio Binelli, insegnante oggi in pensione, nel 1978, giusto un anno prima dell’invasione russa.

L’Urss ha invaso l’Afghanistan nel 1979. Sono seguiti decenni di immense distruzioni e sofferenze, sradicamento di intere popolazioni, danni irreparabili al tessuto sociale ed economico, lotte per la liberazione, scontri tra eserciti regionali, interventi stranieri, fino al recente ritorno dei talebani. Nel 1978, proprio l’anno prima dell’invasione, Ennio Binelli, ex insegnante di Fisto, in val Rendena, oggi in pensione, fin da giovanissimo appassionato di viaggi e di fotografia, ha percorso assieme a due amici l’hippy trail, ormai non più pienamente funzionante, diretto in India, che però per vari motivi non ha raggiunto. Aveva con sé un apparecchio Asahi Pentax e ben 38 rullini fotografici da 36 pose. Si fermerà in Afghanistan per tre settimane, visitando Herat, Kandahar, Jalalabad, Kabul, Bamiyan e Band-e-Amir. Recentemente, scannerizzando le pellicole ha riscoperto, dopo più di quarant’anni, un’enorme quantità di immagini che presentano la quotidianità di un popolo pacifico, povero ma dignitoso e felice. «Di quelle popolazioni – spiega l’autore – ricordo con immenso piacere, e con molta tristezza, la disinteressata ospitalità, la disponibilità e la benevola accoglienza dimostrata nei nostri confronti in quanto viaggiatori stranieri».
Accanto a questo, un altro viaggio, in Kenya presso la tribù dei Samburu (le fotografie sono di Franca Alberti). L’associazione My Samburu Woman, lavorando con gruppi di donne, si prefigge l’obiettivo di creare per loro nuove opportunità e di migliorare la condizione di vita. La tribù dei Samburu è costituita da una popolazione di pastori semi-nomadi che abitano il centro nord del Kenya, una zona remota e arida. Le donne, che lavorano da mattina a sera, non hanno grandi diritti. Per cercare di dare una piccola indipendenza economica alle donne si sta cercando di sviluppare piccole attività economiche, in particolare acquistando capre, che saranno di proprietà dei gruppi di donne, e favorendo lo studio delle bambine.

I due progetti, che aprono al tema dei diritti umani e della loro fragilità nel corso della storia, accompagneranno la Casa degli Artisti verso il secondo convegno «Il talento femminile nell’arte», in programma il prossimo 19 novembre.