Cani in branco a Laghel di Arco uccidono caprioli e spaventano i residenti

Nicola Filippi16/07/20254min
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Caprioli sbranati lungo i sentieri, branchi di cani in libertà e un crescente senso di insicurezza tra i residenti e gli escursionisti. A Laghel, frazione collinare di Arco, si accende il dibattito sulla presenza di cani non custoditi, ritenuti responsabili non solo della morte di diversi animali selvatici, ma anche di potenziali rischi per le persone, soprattutto i bambini.
La segnalazione, ripresa nei giorni scorsi dal quotidiano L’Adige, ha dato voce all’allarme degli abitanti: più d’un capriolo è stato trovato morto o agonizzante, vittima delle zanne di cani lasciati liberi nei boschi. Un fenomeno preoccupante, che ha spinto i custodi forestali ad avviare verifiche sul territorio, mentre il Comune sta installando cartelli che ricordano l’obbligo del guinzaglio. «Il problema non è il cane – spiegano i forestali – ma il padrone».

 

 

Il monito dell’esperto: «Il cane in branco risveglia l’istinto predatorio»
A sottolineare la gravità della situazione è Sandro de Guelmi, già veterinario provinciale e considerato uno dei maggiori esperti italiani di fauna selvatica. «Il cane è il migliore amico dell’uomo – spiega al giornale locale – ma anche l’animale che ogni anno provoca la morte di 50 mila persone nel mondo. Dati dell’Organizzazione mondiale della sanità che includono anche casi di rabbia e aggressioni».
«Un cane lasciato libero in ambiente selvatico può diventare pericoloso per i cuccioli di cervo, capriolo e perfino per l’orso. Se trova un orso, spesso torna dal padrone inseguito dal plantigrado. Se poi si tratta di un’orsa con i cuccioli, il rischio si moltiplica». De Guelmi cita il caso di Kj2, l’orsa che fu abbattuta nel 2017 dopo ripetuti attacchi: «Era diventata aggressiva a causa dei continui incontri con cani liberi».
Secondo l’esperto, quando due o più cani si aggregano, scatta la “logica del branco”. Anche ben nutriti, i cani possono inseguire e uccidere per istinto, non per fame. «Questo li rende un pericolo anche per le persone, soprattutto i bambini che corrono o giocano in bicicletta, perché stimolano l’inseguimento».
Il vicesindaco Piantoni: «Cani lasciati liberi come armi senza sicura»
Sulla questione è intervenuto anche Marco Piantoni, vicesindaco della giunta guidata da Arianna Fiorio, con un post molto chiaro pubblicato domenica 13 luglio. «Il cane diventa pericoloso anche per i bambini – ha scritto –. Numerosi fatti di cronaca lo confermano. Ho una mia statistica personale, basata sull’esperienza: in montagna, al primo posto tra i pericoli per chi cammina non c’è l’orso, ma il cane lasciato libero».
«Purtroppo – ha proseguito Piantoni – molte aggressioni avvengono anche quando i padroni sono nei pressi. Lasciare un cane libero o senza museruola in luoghi pubblici, come un parco frequentato da famiglie, equivale a maneggiare una pistola con il grilletto facile. Prima o poi qualcuno si fa male. E spesso – ha concluso amaramente – a pagare il prezzo più alto sono proprio i figli di chi possiede i cani».
Un appello alla responsabilità
Il Comune di Arco, intanto, rafforza i controlli e le azioni di sensibilizzazione. Ma è chiaro che il nodo centrale resta la responsabilità individuale. Custodire il proprio cane, rispettare le regole e usare il guinzaglio sono gesti semplici ma fondamentali per la sicurezza di tutti: degli animali, della natura e delle persone.