Campi da calcio sintetici: “Più inquinanti e tossici”
Mauro Calliari è un collaboratore agronomo e responsabile del verde del comune di Riva del Garda. Ha preso spunto dall’apertura del rinnovato campo di calcio al centro sportivo “Cesare Malossini”, trasformato in sintetico, per criticare l’utilizzo di questo materiale. La plastica sarebbe dannosa per l’ambiente in quanto non riesce a trattenere le tonnellate di carbonio che si generano di anno in anno come fa invece l’erba, una azione fondamentale in quanto l’incidenza dell’inquinamento sulle aree urbane è maggiore del 30% rispetto alle zone rurali. Grazie alle piante l’inquinamento da particolato diminuisce e la qualità dell’aria è direttamente proporzionale alla qualità della vita: con esse avviene il 15% delle morti in meno e consentono di respirare aria più fresca se in buona salute. I campi di plastica tendono a deteriorarsi molto velocemente sia a causa degli agenti atmosferici, che a causa del gioco poiché rilasciano delle microplastiche ed idrocarburi altamente tossici, i quali vengono successivamente sparse tramite il vento nei terreni circostanti, fino al Lago di Garda, possono causare l’inquinamento delle falde acquifere e possono venire inalate, in primis dai giovani in campo. Questi tipi di campi, a detta dei più, vengono selezionati perché necessitano di poca, se non alcuna, manutenzione e ciò influirebbe positivamente sui costi. Invece secondo la Lega Nazionale Dilettanti essi richiederebbero diversi interventi periodici, mentre la gran parte dei manutentori di campi esegue dei semplici controlli ogni quattro anni per mantenerne esclusivamente l’omologazione, senza curarsi di sanificarli periodicamente e trattarli adeguatamente, favorendo così un deterioramento delle plastiche e di conseguenza l’inquinamento. Inoltre, ma questo non è provato, una scarsa manutenzione potrebbe diffondere più velocemente virus e malattie.