Calzà (PD): “Patenti moto, nell’Alto Garda manca un percorso prova”
“Va trovata una soluzione per l’area di percorso prova patenti motocicli nell’Alto Garda”. Non fa tanti giri di parole la consigliera provinciale del Pd, la droata Michela Calzà. In una interrogazione al Presidente del Consiglio Provinciale, Claudio Soini, la consigliera dem altogardesana sollecita la giunta provinciale a trovare una soluzione. Per il conseguimento delle patenti di guida, categorie A1, A2 e A, il nuovo Decreto del Ministero delle Infrastrutture, entrato in vigore il 2 gennaio 2019, impone nuove caratteristiche per le aree destinate ai percorsi di prova: 100 metri di lunghezza e 25 metri di larghezza.
“Nell’Alto Garda le quattro autoscuole presenti fino a qualche anno fa potevano contare sull’utilizzo di un’area in località Baltera, ora non più utilizzabile (presumibilmente per i lavori di ampliamento del polo fieristico), per poter svolgere le lezioni pratiche di guida per
la moto – scrive la consigliera dem, Michela Calzà – Oggi i giovani che vogliono conseguire la patente per la moto deve essere accompagnati fino a Trento, visto che una parte consistente è composta da ragazzi minorenni, con le conseguenti difficoltà e l’aumento di costi a carico delle famiglie. Ci riferiamo a circa 700 ragazzi e ragazze che ogni anno si iscrivono a una scuola guida per ottenere la patente della moto e che per potersi esercitare in completa sicurezza sono costretti a spostarsi nel capoluogo percorrendo un tragitto di quasi 40 km, con costi aggiuntivi rispetto a prima”.
“Le scuole guida gardesane hanno cercato in questi anni un’alternativa per sostituire la ora preclusa area della Baltera – spiega ancora – ma fino ad oggi tutto è fermo e nemmeno le amministrazioni locali, pur attivandosi concretamente, sono riuscite a dare una valida risposta al problema. Ritenendo urgente fornire un servizio richiesto da un gran numero di giovani gardesani che devono essere accompagnati fino a Trento per il conseguimento della patente della moto e sollevare le loro famiglie dall’onere dell’aumento dei costi – suggerisce la consigliera Calzà – si potrebbe intervenire trovando forme di utilizzo di qualche piazzale industriale (magari aziende che hanno sospeso l’attività) pensando ad un contributo alle autoscuole per l’affitto dell’area”.