Boschi, approvato il Piano per contenere la diffusione del bostrico
Un nuovo Piano per contenere la diffusione del bostrico tipografo, l’insetto che rappresenta un pericolo per i boschi del Trentino ed in particolare per le foreste delle zone più colpite dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018. Il documento – approdato sui banchi della Giunta su proposta dell’assessore provinciale competente, Giulia Zanotelli – fornisce un riferimento tecnico-specialistico per la gestione dell’epidemia di bostrico in corso. Secondo i dati del monitoraggio puntuale effettuato sul territorio (aggiornato al 2021) nell’ultimo triennio il bostrico ha attaccato oltre 594 mila metri cubi di legname, pari a circa il 15% dei danni provocati da Vaia, su una superficie complessiva di 5.300 ettari. I distretti forestali più colpiti sono quelli di Cavalese, Primiero, Borgo Valsugana e Pergine Valsugana. Le 228 trappole installate sul territorio provinciale, in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, rappresentano una preziosa fonte di informazioni per conoscere la diffusione e l’evoluzione del bostrico e per attivare in tempo adeguate misure di controllo e mitigazione.
Secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia, la diffusione del bostrico in Trentino è destinata a proseguire ancora qualche anno. Le esperienze dei Paesi a nord delle Alpi hanno dimostrato che le ‘pullulazioni’ durano in media 5-6 anni, con la massima infestazione nel secondo e terzo anno e una riduzione progressiva in quelli successivi. Sulla base di tali risultati è plausibile un ulteriore aumento dei danni nel 2022 anche come conseguenza dell’inverno e della primavera appena trascorsi, che sono stati piuttosto caldi. L’annata, da un punto di vista entomologico, si prospetta quindi difficile.
Sulla durata effettiva dell’infestazione, e quindi sui danni complessivi incidono molto gli andamenti meteorologici più o meno favorevoli. Estati fresche e piovose accrescono la resistenza delle piante, mentre un effetto contrario può derivare da periodi caldi e siccitosi. Anche gli antagonisti naturali del bostrico, come predatori (coleotteri e picchi), parassitoidi (vespe) e funghi contribuiscono a far rientrare le fasi di picco. L’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico.
Intanto è stato avviato un accordo biennale con l’Università di Vienna per l’impiego del modello Phenips, che ci permette di monitorare l’andamento e i ritmi delle infestazioni del bostrico.
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