Base Jumper russo muore contro i cavi dell’alta tensione a Riva del Garda
La tragedia si è consumata poco prima di mezzogiorno di oggi, martedì 31 dicembre, quando il 46enne russo appassionato di base jump si è lanciato da Corna Frea, l’exit point situato sul Monte Rocchetta e meta di molti appassionati di questa arrività. Le cause della tragedia possono essere state quella di non aver indossato una tuta idonea per questo tipo di volo o di un errore di virata. Forse non indossava la tuta alare wingsuit che permette, poco dopo essersi lanciati, di “surfare” nell’aria e planare verso il punto d’arrivo per aprire il paracadute in sicurezza, ma indossava una più semplice “tracksuit”, una sorte di tuta da sci che si gonfia si mentre si cade nel vuoto ma non ha l’efficenza della wingsuit. Oppure si è trattato di un errore nella virata sopra i cavi, oppure potrebbe essere che il russo non sia saltato dall’exit point di Corna Frea ma da un altro punto vicino che, però, non dà la stessa garanzia di sorvolare il cavidotto con la necessaria sicurezza. Questo potrebbe aver portato il russo ad impattare sui cavi dell’alta tensione che portano l’energia elettrica dalla centrale di Riva del Garda in valle di Ledro, cavi che saltando con una wingsuit rimangono abbondantemente sotto il base jumper che prende la direzione di sorvolare la città e poi atterrare al Parco dell’Ora. Le indagini, tuttavia, sono in corso con le testimonianze degli amici dello sfortunato base jumper ai Carabinieri di Riva per fornire agli inquirenti i dettagli del volo mortale.
*Foto Brento Base School – Marco Arcangeli – In volo Cris Benedini e Maurizio Di Palma (archivio Cris Benedini)