Arco: il Comitato esulta, finanziati i lavori alla chiesa di San Bernardino

Nicola Filippi23/03/20259min
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È lì, da 401 anni, ai piedi del Castello, “simbolo religioso” di quella parte del centro storico di Arco che ha mantenuto i suoi caratteri antichi, come scrive il professor Romano Turrini su “Ecclesiae”. In quello che un tempo era il rione dei contadini, la chiesetta di San Bernardino, nel rione Stranfora, sente il peso degli anni, ma soprattutto troppa incuria e scarsa manutenzione. Non per colpa, ma per un motivo più concreto. Per “mancanza di fondi, non ha avuto alcun intervento programmato di conservazione, se non piccoli interventi di manutenzione ordinaria, quali pulizia delle grondaie, sistemazione dei coppi e poco altro”, spiega l’architetto arcense, Andrea Rigo. In questi giorni, attorno alla chiesetta, è tutto un brulicare di operai dell’impresa edile “Angelini Remo & C.” Da pochi giorni, infatti, sono iniziati gli interventi “con carattere d’urgenza” di rifacimento del tetto della sacrestia e della chiesetta. Come mai, chiediamo? Ci rispondono Massimo Aldrighetti e Lorena Visco, rispettivamente presidente e segretaria del “Comitato restauro chiesa di San Bernardino di Arco”. “Con nostra grande felicità, quasi in maniera inaspettata, a dicembre, sono arrivati i contributi dalla Soprintendenza per ristrutturare la chiesa, all’incirca 120 mila Euro – spiegano a La Busa – I lavori sono iniziati da pochi giorni e stanno procedendo speditamente”. Ma a rovinare l’entusiasmo dei tanti volontari, l’arrivo di due buste raccomandate. Mittente: comando della Polizia Locale e Gestel. “Abbiamo preso due multe per occupazione di suolo abusiva, a causa dei ponteggi collocati su via San Bernardino – raccontano ancora Aldrighetti e Visco – purtroppo c’è stata un’incomprensione con gli uffici comunali sulla data di collocazione dell’impalcatura. I lavori avrebbero dovuto iniziare il primo marzo, ma la ditta ha chiesto di iniziare una settimana prima – spiegano – Allora il 18 febbraio abbiamo regolarmente inviato la Pec in Comune dicendo che il 20 avremmo iniziato a posizionare l’impalcatura, purtroppo sembra che nessuno abbia preso in considerazione quella Pec e i vigili urbani ci hanno multato per occupazione del suolo – sottolinea Lorena Visco – quando invece risulta che noi abbiamo pagato regolarmente l’occupazione dal 19 febbraio scorso”. Questo “malinteso” costerà al Comitato quasi mille euro. “Dovremo mettere i soldi di tasca nostra, perché il comitato non ha fondi propri”, afferma desolato Aldrighetti. Il quale però guarda avanti e non frena l’entusiasmo. L’obiettivo più importante era ottenere il finanziamento provinciale per salvare la chiesa di San Bernardino e perpetuare la sua bellezza, ed è stato centrato, ribadisce.

 

 

“Il Comitato restauro chiesa di San Bernardino Arco è nato nel 2020 ed è formato solo da stranforini – raccontano Massimo Aldrighetti e Lorena Visco – proprio con l’obiettivo primario di trovare i finanziamenti per salvare il simbolo religioso del nostro rione. I lavori sono commissionati dalla Parrocchia di Arco e da don Francesco Scarin, ma noi ci siamo adoperati per preparare tutti gli incartamenti per ottenere il sostegno della Soprintendenza”. Il progetto di restauro e conservazione della chiesa di San Bernardino è stato commissionato all’architetto Andrea Rigo (studio PLAN.architettura S.r.l di Arco). Nella sua relazione tecnico-illustrativa, l’architetto Rigo ha fotografato lo stato di degrado dell’edificio sacro, per colpa delle infiltrazioni di acqua piovana dal tetto, capace di insinuarsi in ogni pertugio dei muri, compromettendo anche gli intonaci esterni e interni. Danni che hanno raggiunto il “carattere di urgenza”.
Nella primavera 2022 è stata anche effettuata una “campagna di saggi stratigrafici conoscitivi preliminari”, a cura del Consorzio Ars (a firma del direttore tecnico, Ingrid Ceolin), per capire l’entità degli interventi di restauro delle facciate esterne della chiesa e della torre campanaria.
“I lavori procederanno per step, ora rifacimento tetto della sacrestia e della chiesa e successivamente gli intonaci – spiegano Aldrighetti e Visco – poi la ditta metterà mano anche al campanile”. E l’orologio, chiediamo. “Al momento non sappiamo ancora nulla. Vedremo”. “Tutti i lavori saranno fatti dall’impresa edile di Maurizio Angelini, anche lui uno stranforino come noi, anche lui particolarmente legato a questa chiesa. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere concluso tutto il lavoro di restauro della chiesa”.
“Il nostro obiettivo principale è salvaguardare l’integrità della chiesa, rifacendo tutto il tetto, eliminando tutte le infiltrazioni – ribadisce l’architetto Andrea Rigo – il secondo step, sperando di finire per aprile, è la sistemazione del campanile”. Con rifacimento della copertura, ripristino delle bocce in pietra, “sono solo tre, purtroppo perché la quarta è andata perduta”, puntualizzano Aldrighetti e Visco. “Dovremo anche valutare le condizioni della torre campanaria, il castello in legno – conferma l’architetto Rigo – poi sistemiamo tutti gli intonaci esterni e puliamo tutti gli elementi lapidei presenti, sia in facciata sia in decorazione del campanile”.

 

Chiusa la prima fase, in autunno avanti con gli altri lavori, confermano i componenti del Comitato e l’architetto Rigo. “Sistemeremo la facciata esterna – conferma l’architetto Rigo – effettuando il descialbo degli intonaci, con particolare cautela per scoprire gli intonaci originali. Sistemeremo anche la lunetta dell’altare maggiore”.
Al termine, il comitato di volontari e l’architetto Rigo si ritroveranno insieme e valuteranno quanti altri lavori si sono da eseguire e quanti soldini sono avanzati dal contributo provinciale. Durante la campagna di saggi conoscitivi, infatti, i tecnici del Consorzio Ars hanno individuato, all’interno della chiesa, affreschi e decori di valore storico-culturale.
“Il nostro obiettivo è procedere anche al restauro delle pitture e degli apparati decorativi interni – spiega ancora l’architetto Rigo – lavori purtroppo molto costosi al metro quadro, davvero tanto, ma sarà un discorso che faremo alla fine. La parte interna potrà essere fatta a step successivi”. Come avvenne per la chiesa di San Giuseppe, restaurata ai primi anni 2000, sempre a firma dell’architetto Rigo. “In quella occasione, forse per la posizione strategica, grazie alla raccolta delle elemosine dei fedeli, il comitato era riuscito a pagare il mutuo acceso per effettuare il restauro e il consolidamento della torre campanaria”. La speranza è che possa succedere anche per avviare il restauro della parte interna della chiesa di San Bernardino.