Arco, il cefalotasso di Villa Garda ha una nuova casa

Redazione09/12/20255min
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Nel cuore del grande cantiere che sta trasformando l’area dell’ex ospedale di Arco, in viale Capitelli, un intervento di tutela ambientale permette di salvare un frammento prezioso del patrimonio verde cittadino. È stato infatti trasferito in sicurezza un raro cefalotasso (Cephalotaxus fortunei), un esemplare storico dalle origini ottocentesche, oggi ricollocato nel parco del Casinò grazie a un’operazione complessa coordinata dal Comune, dalla direzione lavori e dalle giardinerie. La notizia arriva direttamente dalle parole dell’assessora all’ambiente, Chiara Parisi, che ha pubblicato un lungo e dettagliato post sulla sua pagina social.
La pianta si trovava accanto a Villa Garda, edificio storico noto come corpo B all’interno del complesso ospedaliero, oggi coinvolto in un importante intervento di miglioramento strutturale e sismico finanziato nell’ambito del Piano Nazionale Complementare collegato al PNRR.

 

 

Villa Garda e l’ex ospedale: una riqualificazione che cambia volto al quartiere
L’intera area dell’ex ospedale è infatti interessata da un articolato progetto di rinnovamento promosso dall’APSS e sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento.
Tra gli interventi principali:
– la demolizione e ricostruzione del padiglione A, edificio ormai non più utilizzato, che sarà sostituito da una nuova struttura di circa 1.400 m² destinata a funzioni ausiliarie e di supporto ai servizi sanitari;
– il miglioramento sismico del padiglione B – Villa Garda, edificio storico incastonato nel parco ottocentesco, per una spesa stimata attorno ai 4,3 milioni di euro;
– una riorganizzazione complessiva degli spazi per rendere l’ospedale di Arco più moderno, sicuro e funzionale per tutto l’Alto Garda.
In questo contesto, il parco storico che circonda Villa Garda costituisce un elemento sensibile, dove convivono alberi secolari, essenze rare e specie ornamentali tipiche del gusto “kurort” dell’Ottocento, quando Arco era rinomata città di cura.

Cipressi abbassati. E una specie rara salvata
Nel comunicare l’intervento, l’assessora all’ambiente Chiara Parisi ha chiarito che, per consentire la manovra della gru nel cantiere, è stato necessario abbassare – senza abbatterli – due cipressi, oltre a rimuovere alcuni arbusti minori, operazioni concordate con il custode forestale.
È proprio in questa fase che si è deciso di salvare il cefalotasso, pianta rara in tutto il territorio arcense. Con l’aiuto delle giardinerie e del cantiere comunale, l’esemplare è stato trapiantato nella zona nord del Casinò, dove da tempo si attendeva la sostituzione di un arbusto secco.

Un pezzo di Ottocento: il valore botanico del cefalotasso
Originaria della Cina, questa specie cresce con estrema lentezza: le dimensioni dell’esemplare salvato fanno ipotizzare un’età che potrebbe risalire proprio alla costruzione di Villa Garda. In tutta Arco se ne contano solo altri quattro:
– uno nella scuola dell’infanzia di via Capitelli,
– uno nel parco dietro il Quisisana,
– due, simmetrici, all’ingresso dell’Ospedale Le Palme.
La nuova posizione scelta rispetta dunque non solo le esigenze botaniche della pianta, ma anche la coerenza storico-paesaggistica che caratterizza il patrimonio verde arcense.

Dopo gli interventi all’ex ospedale: un percorso di tutela che continua
Il salvataggio del cefalotasso si aggiunge ad altri interventi già realizzati nell’area dell’ex ospedale, dove il Comune e la direzione lavori avevano scelto di trasferire – quando possibile – alcune essenze destinate altrimenti a essere sacrificate per motivi di sicurezza o logistica.
Un approccio che si sta consolidando come segno distintivo della gestione del verde pubblico: non un semplice accessorio urbano, ma un’eredità della storia turistica e climatica di Arco, città-giardino fin dall’Ottocento.

Parisi: «Proteggere il verde storico significa proteggere la nostra identità»
«L’attenzione verso la flora centenaria che ha accompagnato la nascita dell’economia turistica di Arco prosegue – sottolinea Parisi – con l’obiettivo di proteggere non solo il nostro patrimonio verde, ma anche la nostra storia e il nostro paesaggio».
In un momento in cui l’ex ospedale cambia volto, questa attenzione diventa un tassello fondamentale per garantire continuità tra passato e futuro, preservando la memoria vegetale che ha accompagnato la vocazione climatica e terapeutica di Arco per oltre un secolo. (n.f.)