Arco e Riva del Garda, un mazzo di fiori per Bruno Galas
Un mazzo di fiori è stato deposto domenica 3 dicembre ai cippi che a Riva del Garda e ad Arco ricordano il sacrificio del sergente carrista Bruno Galas, Medaglia d’oro al valor militare. L’iniziativa è una consuetudine di questo periodo, quando la sezione Alto Garda e Ledro dell’Unione nazionale sottufficiali italiani (Unsi) si ritrova per gli scambi degli auguri di buone feste.
Quest’anno la Santa Messa si è svolta nella chiesa di San Giuseppe al rione Degasperi di Riva del Garda, poi le delegazioni si sono recate ai cippo per la deposizione dei fiori prima a Riva del Garda, dove ha vissuto e dove è stato sepolto, e ad Arco dove è nato. Per i Comuni c’erano a Riva del Garda la vicesindaca Silvia Betta e ad Arco il sindaco Alessandro Betta, accompagnati dai nipoti di Galas Marialuisa e Renzo, che ha l’onore di portare al petto la medaglia d’oro del nonno.
Entrambi i Comuni hanno intitolato a Bruno Galas una strada, la stessa in cui si trova il cippo che ne ricorda il sacrificio.
Nota storica
Nato a Varignano il 6 novembre 1919, Bruno Galas si è arruolato volontario e dal 15 dicembre 1938 ha prestato servizio militare nel 32° Reggimento Fanteria Carrista di Verona. Giunto in Libia nel settembre del 1940 con il Terzo Battaglione Carri M 13/40, il sergente carrista Bruno Galas ha partecipato a tutte le azioni dal 13 dicembre di quell’anno, fino al 3 gennaio 1941, giorno della distruzione pressoché totale del battaglione nella sanguinosa battaglia di Bardia. Fu qui che avvenne la sua morte valorosa, che gli valse la Medaglia d’oro al valor militare, così motivata: «Durante un’azione contro forze nemiche penetrate in un caposaldo di una nostra piazzaforte, respingeva l’irruzione ma rimaneva col carro in avaria allo scoperto. Sotto il fuoco provvedeva alla riparazione benché ferito, e riprendeva il combattimento, alimentato da nuove unità nemiche. Colpito una seconda volta e immobilizzato il suo carro, continuava il fuoco con il cannone di bordo, fatto bersaglio da tutti i mezzi avversari. Morì c0olpito da una granata che esplodeva nell’interno del carro, incendiandolo».