“Arco che vorrei” attacca la giunta Betta: “Incapace di individuare le priorità”
Da oltre vent’anni l’area dell’ex Oratorio di Arco vive in una sorta di limbo: abbandonata a se stessa, senza una destinazione urbanistica ben definita, ora potrebbe diventare una struttura sanitaria universitaria, ampliamento di Villa Regina. L’ipotesi progettuale, anticipata da un giornale locale, sta incontrando critiche, su larga scala. La coalizione “Arco che vorrei” interviene con un documento al riguardo, attaccando l’amministrazione Betta. “A nostro parere questa è la ennesima dimostrazione di una totale incapacità di individuare priorità utili alla cittadinanza e di mettere a terra progetti e opere – scrivono – Ricordiamo che sono oltre vent’anni che l’ex Oratorio versa in uno stato di degrado e abbandono, mentre i 3 milioni di euro per l’acquisto del quadro di Segantini sono stati messi a bilancio in poco tempo. Circa allo stesso prezzo si poteva effettuare l’acquisto del residence ‘la Porta del Cuore’, dando alla città un importante completamento degli spazi per i suoi anziani, come si sarebbe potuto risanare l’ex Oratorio o altri stabili di proprietà comunale, lasciati per decenni in stato di abbandono”.
“Dobbiamo inoltre segnalare come lo stesso privato stia già realizzando un ampliamento imponente della vecchia struttura di Villa Regina che sacrifica in modo pesante i propri spazi verdi, andando (inspiegabilmente) a costruire un grande edificio a ridosso dell’argine del fiume – scrivono ancora – Nutriamo moltissimi dubbi sulla bontà di questa idea e sulla prassi dell’amministrazione di annunciare soluzioni che negli ultimi vent’anni sono rimaste lettera morta e che via via hanno comportato impegno di tempo e di risorse economiche”.
“Riteniamo che l’azione amministrativa a così breve distanza dalle elezioni dovrebbe limitarsi all’attività ordinaria e alla conclusione dei cantieri aperti, soprassedendo da nuove iniziative, specie se richiedono accordi pubblico-privato, tra l’altro in questo delicato momento in cui l’indagine della magistratura ha acceso i riflettori anche sulla nostra città – spiegano Civica Olivaia, Comunità Lavoro Ambiente, Domani-Giovani in Azione, Europa Verde, Onda e Proposta Civica Popolare – Da troppi anni assistiamo a un’Amministrazione incapace di camminare da sola e questo lo riteniamo un grave limite. I privati possono essere interlocutori importanti, ma non dobbiamo dimenticare che pubblico e privato hanno funzioni diverse all’interno della società”.
La coalizione “Arco che vorrei” spera “che a breve si possa arrivare a un cambio di prospettiva e di passo nell’azione politica, perché c’è la necessità sempre – concludono – più impellente di mettere al centro la cura e il benessere delle persone e i loro bisogni di protezione poiché tutto è connesso è chiaro che nessuno degli aspetti della vita può essere lasciato indietro: dal sociale alla salute, dalla buona amministrazione a una sana economia anche in un’ottica di sviluppo sostenibile. Ricordare che in questo cerchio ci sono anche l’ambiente e il territorio, non significa certo essere solo ambientalisti, come spesso veniamo etichettati”.