AMSA e Comunità di Valle: Campobase contro la giunta Fiorio

Nicola Filippi06/07/20255min
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“Non è il singolo atto a preoccuparci, ma la direzione politica che si sta delineando”. Con questo incipit, Campobase – la forza civica che ha guidato Arco fino alla recente tornata elettorale e oggi siede tra i banchi dell’opposizione – prende posizione pubblicamente sulle ultime vicende politico-istituzionali che stanno animando il dibattito cittadino. E lo fa con toni fermi, ma non privi di un appello alla riflessione e al dialogo.
Nel mirino del direttivo di Campobase ci sono due fronti: la vicenda che ha portato alle dimissioni del Consiglio di Amministrazione di AMSA, la società pubblica che gestisce i servizi ambientali, e la composizione della Giunta della Comunità di Valle. Due episodi che, secondo l’ex maggioranza, non sarebbero affatto scollegati, ma rappresenterebbero i primi segnali di una “curvatura politica” impressa dalla nuova amministrazione guidata dalla sindaca Arianna Fiorio.
Il caso AMSA: “Mancato confronto, scelte calate dall’alto”
Campobase non mette in discussione il diritto della nuova amministrazione di intervenire sugli assetti delle società partecipate, legittimato dal recente mandato elettorale. Ma critica con decisione le modalità con cui si è arrivati alla rottura con il CdA di AMSA: “Non c’è stato un confronto approfondito con l’intero consiglio, né un passaggio trasparente in Consiglio comunale. Solo un colloquio ristretto tra sindaca, presidente e vicepresidente, seguito da dichiarazioni sui giornali”. Un metodo che secondo Campobase fa sorgere il dubbio che le motivazioni non siano progettuali, ma politiche – se non personali.
A preoccupare è il rischio che si stia assistendo, più che a una ridefinizione strategica, a un’operazione di “rimozione” del passato in nome di logiche di potere: “Temiamo che i ‘falchi’ della maggioranza abbiano chiesto la testa del CdA per segnare un cambio di stagione, senza però avere una visione chiara per il futuro. Un po’ per rivalsa, un po’ per spartire cariche finché si è in posizione di forza”, si legge nella nota.
Comunità di Valle: “Arco marginale sul sociale, e un urbanista che lascia dubbi”
Campobase punta poi il dito anche sulle scelte che emergono, secondo indiscrezioni giornalistiche, dalla nuova composizione della Giunta della Comunità Alto Garda e Ledro. Arco, spiegano, aveva già rinunciato alla presidenza in favore di Giuliano Marocchi, sindaco di Tenno, in nome della continuità e dell’equilibrio. Ma ora, pur avendo ottenuto un posto in Giunta, si vedrebbe assegnare una delega – quella all’urbanistica – ritenuta meno strategica rispetto a quella, ben più centrale, delle politiche sociali.
A rappresentare Arco dovrebbe essere Letizia Vicari, esponente del gruppo provinciale Onda e attiva professionalmente nel settore immobiliare. Una nomina che, secondo Campobase, solleva più di una perplessità: “La sovrapposizione tra ruoli pubblici e interessi privati è sempre delicata. Ci vuole prudenza politica, soprattutto su un tema sensibile come l’urbanistica”.
Ma ciò che preoccupa di più è l’assenza di Arco sulla partita delle politiche sociali, una delega che sarebbe finita nelle mani di un esponente rivano: “La sindaca Fiorio aveva promesso attenzione e impegno su questo fronte. Perché rinunciare a rappresentare Arco proprio lì dove si gioca la sfida della coesione sociale?”
Un appello al dialogo: “Non chiudetevi nei giochi di appartenenza”
L’analisi politica si fa poi più ampia e coinvolge lo stile complessivo della nuova amministrazione: “Se non siamo di fronte a scelte episodiche, allora c’è un rischio serio: quello di privilegiare l’appartenenza alla competenza, il controllo alla collaborazione, la bandiera al bene comune”.
Per Campobase, una città complessa e viva come Arco non può permettersi una gestione autoreferenziale o divisiva. Serve, al contrario, un governo capace di includere, rappresentare e ascoltare anche le voci critiche.
Da qui, l’appello finale rivolto direttamente alla sindaca Fiorio e alla sua maggioranza: “Abbiate il coraggio di aprire il dialogo. Non per accontentare l’opposizione, ma per servire meglio la città. Arco non ha bisogno solo di una maggioranza numericamente forte, ma di una guida autorevole, trasparente e inclusiva. Ha bisogno di ponti, non di falchi”.
Un messaggio che, pur provenendo dalle opposizioni, suona come un invito alla politica del confronto e della responsabilità. Perché – è la convinzione che traspare da ogni riga – il futuro di Arco non può fondarsi sulla logica della spartizione, ma su una visione condivisa.