Alla Rocca il realismo delle opere di Luciano Ventrone, la prima mostra curata da Sgarbi

Redazione12/04/20223min
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A un anno di distanza dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2021, il MAG Museo Alto Garda ricorda Luciano Ventrone, l’artista romano divenuto famoso soprattutto per le sue iperrealistiche nature morte, grazie a un’attenta mostra monografica che s’inaugura a Riva del Garda il 13 aprile 2022 alle ore 17.00.
Nel titolo della mostra, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi e curata da Marco di Capua – “Luciano Ventrone. Kennst du das Land, wo die Citronen blühn?” “Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?” il richiamo, nei versi della cosiddetta Canzone dell’Italia di Johann Wolfgang von Goethe, a uno dei soggetti maggiormente rappresentati e amati dal pittore e nel contempo così fortemente identificativo dei territori del Garda.
Oltre 30 opere saranno esposte in quest’occasione a ridisegnare il percorso compiuto da Ventrone a partire dagli anni Sessanta, ancora studente alla Facoltà di Architettura che lascerà poi per dedicarsi interamente alla pittura, fino agli ultimi lavori datati 2016 e 2018.
Dagli esordi come pittore figurativo classico alle sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino a quando Ventrone trova la sua cifra e matura la sua ricerca estetica anche grazie all’interessamento di Federico Zeri che lo induce ad affrontare il tema delle nature morte.
Da allora l’artista romano, definito il “Caravaggio del ventesimo secolo”, “un metafisico costretto a misurarsi con la caducità della natura” per usare le parole dello stesso Ventrone, riuscì a stupire con il suo virtuosismo assolutamente straordinario e con la perfezione anatomica dei suoi frutti e dei suoi fiori.
Una pittura fatta di luce immanente e di iperbole nella resa dei particolari che sfuggono all’occhio nudo – grazie anche alla mediazione della fotografia che Ventrone usava nel suo processo creativo – ad accentuarne la dimensione “ultra reale”, al punto da divenire rappresentazioni iperrealistiche ed illusionistiche non dei medesimi soggetti, ma di una neoplatonica forma-idea, portandoci costantemente a riflettere sull’eterno dualismo tra realtà e apparenza, tra assenza e presenza e sul senso ultimo della creazione artistica.
Per accedere al Museo è necessario il solo uso della mascherina chirurgica.


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