Addio al punto vendita Coop Valli del Sarca di Dro, Calzà (PD): “Prima i contributi, poi la chiusura”

Dopo la chiusura dell’impianto di Pietramurata la scorsa estate, arriva una nuova doccia fredda per la comunità dell’Alto Garda e Ledro: il punto vendita della Cooperativa Ortofrutticola Valli del Sarca di Dro chiuderà i battenti a giugno. Sul tema la consigliera provinciale del Partito Democratico Michela Calzà, già vicesindaca del Comune di Dro, ha depositato un’interrogazione rivolta alla Giunta provinciale per fare luce sul destino dell’immobile e del servizio che esso rappresentava.
Quella che si preannuncia non è una semplice chiusura commerciale: con la dismissione dello storico negozio di Dro, si spegne l’unico punto vendita agricolo del paese, un presidio fondamentale per agricoltori, cittadini e per la tenuta stessa del tessuto cooperativo locale. Un segnale che, secondo la consigliera Calzà, testimonia “un progressivo impoverimento del sistema agricolo e cooperativo trentino”.
Una storia lunga decenni
La Cooperativa Valli del Sarca, nata per valorizzare la produzione ortofrutticola della valle, è stata per decenni un punto di riferimento per soci, produttori e consumatori. Con sede a Dro e a Pietramurata, è stata parte integrante del gruppo La Trentina, prima della recente fusione con la Società Frutticoltori Trento (SFT), operazione che secondo i vertici avrebbe dovuto portare benefici in termini di efficienza e salvaguardia dell’occupazione.
Eppure, proprio dopo la fusione, la Cooperativa ha iniziato a perdere pezzi: prima la chiusura dello stabilimento di Pietramurata, dove veniva lavorato il biologico Melinda e dove erano impiegate 45 addette al confezionamento (alcune ricollocate negli stabilimenti di Romagnano e Caldonazzo), ora l’annuncio della chiusura della sede di Dro.
Oltre sei milioni di euro in contributi pubblici
La questione sollevata da Calzà tocca anche l’aspetto economico: negli ultimi vent’anni, la Cooperativa Valli del Sarca ha beneficiato di oltre sei milioni di euro in contributi provinciali. L’ultimo, significativo, è stato destinato alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico a Pietramurata: 590.000 euro di spesa ammessa, 236.000 euro di contributo pubblico. “Parliamo di risorse importanti – sottolinea la consigliera – che la Provincia ha investito per rafforzare un comparto oggi messo in seria difficoltà da decisioni aziendali non sempre chiare o condivise con i territori”.
Quattro domande alla Giunta
Nell’interrogazione depositata Calzà chiede alla Giunta provinciale:
se è confermata la chiusura del punto vendita di Dro a giugno e dove sia stata presa questa decisione;
quali saranno le prospettive di utilizzo dell’immobile dismesso;
se si sta valutando l’apertura di un nuovo punto vendita a Dro, anche in altra sede;
quali siano le funzioni ancora attive a Pietramurata, dopo la chiusura del centro di confezionamento.
Un futuro ancora incerto
La sorte dell’immobile di Dro, dunque, è ancora tutta da definire. Resta l’amarezza per la chiusura di uno spazio che era molto più di un semplice punto vendita: era un luogo d’incontro, un canale diretto tra produttori locali e cittadini, un simbolo della vocazione agricola del territorio.
“Non possiamo permettere che queste realtà spariscano nell’indifferenza generale – conclude Michela Calzà –. La Provincia deve farsi carico non solo della gestione delle emergenze, ma della costruzione di un futuro sostenibile per l’agricoltura trentina e per le sue comunità”.