Sequestrate 3 tonnellate di cibo da frigo lasciato al caldo fuori dai negozi

Redazione30/06/20212min
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La Guardia di Finanza di Trento ha sequestrato, per violazioni alle norme igienico-sanitarie, tre tonnellate di prodotti destinati al consumo alimentare, nei confronti di dieci esercizi commerciali trentini.
Lunedì 21 giugno i militari della Compagnia di Trento hanno effettuato simultanei controlli nelle citate attività commerciali dopo aver accertato, nei giorni precedenti, come nelle prime ore del giorno gli addetti al trasporto degli alimenti, in accordo con i titolari delle attività, avessero consolidato la pericolosa pratica di depositare gli alimenti nelle adiacenze degli esercizi commerciali, quando questi risultano ancora chiusi, per poter essere successivamente recuperati dagli addetti e posti in vendita. Tutto questo in assenza di minime precauzioni igieniche e a temperatura ambiente. I rilevamenti effettuati, grazie alla collaborazione dei funzionari della A.P.S.S. di Trento, hanno confermato sia l’interruzione della catena del freddo (per prodotti la cui conservazione è obbligatorio che avvenga a temperatura controllata) sia problematiche relative alla sicurezza e all’igiene intrinseca dei prodotti.
I Finanzieri hanno rinvenuto sul terreno, generalmente posizionati sui marciapiedi attigui alle rivendite, surgelati, formaggi e pasta freschi, latte, carne, pane, frutta e verdura, yogurt, per un totale complessivo di oltre tre tonnellate di prodotto del valore commerciale di circa trentamila euro, e per i quali la norma impone ambienti refrigerati.
La temperatura, che per gli alimenti deve essere almeno inferiore ai quattro gradi, era decisamente superiore (ben 22 gradi), ed alcune ceste di pane avevano già attirato insetti e formiche, mentre per i prodotti congelati e surgelati si era interrotta la cosiddetta “catena del freddo”.
La merce è stata sequestrata in via cautelativa ed immediatamente avviata alla distruzione in quanto gli ispettori sanitari, ovviamente, l’hanno dichiarata non adatta al consumo umano.
I responsabili dei punti vendita, nonché i trasportatori, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Trento per il reato relativo al “Cattivo stato di conservazione degli alimenti”, e rischiano la pena dell’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 309 a 30.987 euro.

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