Ambientalisti: «No alla piscina sovracomunale, ristrutturiamo quelle esistenti»
Parco agricolo a Linfano addio? Se lo chiedono le Associazioni ambientaliste dell’Alto Garda dopo aver appreso che i Comuni di Riva e di Arco stanno cercando l’area più idonea per la realizzazione di un impianto natatorio sovracomunale. Piuttosto che puntare alla ristrutturazione delle piscine già presenti sul territorio, quella di Prabi ad Arco e quella al Rione Due Giugno a Riva, si preferisce sacrificare altro terreno agricolo per edificare una nuova struttura in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini e dei turisti. Un’operazione contro la quale il Coordinamento ambientale si scaglia con veemenza, soprattutto dopo aver ricevuto rassicurazioni, in sede di campagna elettorale, che le aree di Linfano coltivate a broccolo non sarebbero state interessate dall’operazione e che si sarebbe lavorato per la costituzione di un parco agricolo, che avrebbe salvaguardato una volta per tutte quel territorio: «Gli abitanti presenti e futuri della Busa – si legge in un comunicato – hanno il diritto di cercare e ritrovare un equilibrio con l’ambiente già malmenato: le risorse dovrebbero essere destinate a recuperare luoghi già compromessi, a rinaturalizzare antropizzazioni inopinate, a preservare il suolo, a limitare il traffico. Spendere milioni per strappare alla natura ulteriori campi agricoli è un attentato al futuro dei nostri giovani e significa non aver capito nulla della crisi economica e della crisi ambientale nella quale siamo ogni giorno sempre più immersi e che richiede azioni a ogni livello, anche quello comunale, oltre che personale e nazionale. Una visione miope dello sviluppo economico, magari anche drogato dalle risorse per la ripresa, ci porta a immaginare vantaggioso attirare ancora più turisti e sacrificare spazi e verde. È una illusione deleteria e mortale. Avremmo bisogno di amministratori capaci di guardare un po’ più in là della ruspa e della betoniera e capire il senso del nostro tempo (e capire anche cosa vogliono i nostri preziosi ospiti turisti), che dovrebbe esser quello di prendersi cura dei luoghi per non pentirci poi dopo per aver sperperato un patrimonio che non tornerà. Crediamo – concludono nel comunicato gli ambientalisti – che il bene comune sia perseguito anche tutelando i terreni agricoli, la biodiversità, il paesaggio. Ma, anche volendo appiattire ogni ragionamento sul piano economico, per il nostro territorio il paesaggio ha anche un valore economico imprescindibile visto che è elemento fondamentale per creare l’attrattività turistica».