Arco per la liberazione di Patrick Zaki
Il Comune di Arco sostiene la campagna di Amnesty International per la liberazione di Patrick George Zaki. Nella serata di lunedì 8 febbraio, a un anno dall’arresto dello studente dell’università di Bologna, il sindaco Alessandro Betta con la Giunta comunale, il presidente del Consiglio comunale Flavio Tamburini e il consigliere con delega a inclusione, diritti civili, beni comuni, laicità e pace Tommaso Ulivieri si sono ritrovati nell’atrio del municipio, da dove hanno lanciato un messaggio trasmesso in diretta sulla pagina facebook del Comune di Arco (https://www.facebook.com/comune.arco.tn.it).
In apertura il sindaco ha ricordato la vocazione della città di Arco all’accoglienza, all’integrazione e alla pace, ben espressa da una specifica delega consiliare, affidata a Tommaso Ulivieri, e ha ribadito il no deciso a ogni forma di negazione dei diritti umani e la richiesta accorata al governo egiziano che Patrick Zaki sia immediatamente liberato.
«È passato un anno da quando lo studente egiziano del master di studi di genere all’università Alma Mater di Bologna è stato fermato all’aeroporto del Cairo -ha spiegato il consigliere Ulivieri- interrogato per 17 ore, bendato e torturato con scosse elettriche e da allora detenuto con l’accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Un’ accusa fondata su post social ritenuti dalla difesa di Zaki provenienti da un account falso, e per le organizzazioni in difesa dei diritti umani -compresa Amnesty International, che lo definisce un “prigioniero di coscienza”- un escamotage per attaccare l’attività politica e in favore dei diritti dello studente. 365 giorni costellati di violazioni delle più elementari norme di garanzia a difesa del detenuto, estenuanti rinvii e proroghe del suo fermo (l’ultima, di ulteriori 45 giorni, il 2 febbraio) che stanno minando la salute psico-fisica del giovane, che ha potuto brevemente vedere la madre solo il 25 agosto 2020 e viste recapitate solo due delle 20 lettere scritte alla famiglia. Dopo il caso Regeni, giunto al 5° anno di nulla di fatto a fronte di prove sempre più schiaccianti contro il governo egiziano, un altro caso di inaccettabile violazione dei diritti umani da parte di uno Stato partner economico dell’Italia, come testimonia la recente consegna (23 dicembre 2020) di due navi militari da 1,2 miliardi di euro costruite dalla Fincantieri di La Spezia. Uno Stato che, secondo Human Rights Watch, detiene sessantamila prigionieri politici fra intellettuali, avvocati, militanti islamisti, ragazze accusate di immoralità per l’uso che noi definiremmo normale dei social. Arco si schiera in difesa della democrazia e della libertà di espressione e contro ogni intimidazione, valori sempre a rischio che Amnesty International, organizzazione che quest’anno compie 60 anni, ha sempre difeso».