“Il Trentino sarà territorio sostenibile e aperto alla nuova mobilità”
Autobus urbani elettrici, filiera dell’idrogeno, piste ciclopedonali, sistema di trasporto alternativo e mobilità dolce. Il futuro, scandito dallo sviluppo sostenibile, della mobilità di prossima generazione è già realtà in Trentino. A ribadirlo è il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’urbanistica e ambiente, Mario Tonina, che ha partecipato a “Una certa idea di futuro”, format online di Confindustria e all’ultimo incontro dal titolo “Next Generation Mobility: Scenarios (after) in the Black Swan”. Il Trentino, ha confermato Tonina, investirà in maniera convinta nel digitale, in un’economia circolare e ad emissioni zero. “Ci stiamo già lavorando, ad incominciare dall’Università di Trento”, ha aggiunto Tonina che ha fatto riferimento al Recovery Fund: “Fra le sei voci in cui la Conferenza delle Regioni ha suddiviso i vari progetti (fra cui quelli della Provincia autonoma di Trento) finanziabili con i soldi del Recovery Fund ci sono la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile. Il Trentino è appieno dentro la nuova agenda nazionale”.
Di stimolo alle riflessioni degli ospiti del webinar, i contenuti dell’intervento del protagonista internazionale dell’appuntamento Emilio Rossi, presidente e cfo della ZF Automotive Italia, Gruppo ZF, membro dal 2019 del Consiglio direttivo dell’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica.
”Una premessa: la pandemia ha innescato una crisi strutturale in cui la domanda è crollata, i mezzi finanziari per investire mancano, le dinamiche proprie della globalizzazione sono saltate. Viviamo un tempo volatile, incerto, complesso e ambiguo. “Per uscire da questa tempesta perfetta – ha detto Rossi – occorre un nuovo modo di vivere il mondo: regole trasparenti negli scambi internazionali, investimenti pubblici capaci di creare valore aggiunto, un sostegno reale all’industria che crea lavoro e sviluppo, politiche attive e di previdenza sociale. Bisogna investire sulle persone, affinché possano continuare a governare le macchine, e investire sulle buone idee. Con un fuoco fortissimo sulle infrastrutture, sull’economia circolare e sulla sostenibilità”.
Quali sono le caratteristiche della Next generation mobility? “La nuova mobilità – ha spiegato Rossi – unisce al minore impatto la maggiore digitalizzazione”. Immaginiamo un panorama popolato da auto autonome, digitalizzate e elettrifiche. Auto che evitano gli incidenti perché prevedono le collisioni, auto che anticipano guasti e crash perché provvedono alla manutenzione, auto sicure e stabili, efficienti e intelligenti. Una produzione che ha costi altissimi, e che però va perseguita e incentivata, con politiche pubbliche in grado di supportare la domanda e un’industria forte, capace di ridisegnarsi, e ancora investimenti in ricerca e sviluppo, in formazione e nuove competenze”.