Tutti sugli “autini” dei Rizzi. Che scontri, ragazzi!

Vittorio Colombo15/11/20203min
rizzi - Copia
autoscontri riva

Toglieteci tutto, ma non toccateci gli “autini”. In “lingua”: autoscontri. Novembre, lieto odor di “graspe”. A un morso di torrone dalla fiera di S. Andrea, 30 novembre, evviva, ecco i Rizzi. Benemeriti “autoscontristi” vicentini.
Gli autini Rizzi hanno scandito le stagioni della nostra vita. Vagabondi, irrequieti, straordinari. Che pache! Ciascuno di noi, per via dell’età, ha ricordi legati ai luoghi dell’avventura.
E dunque…
Negli anni ‘50 in piazza d’Armi di viale Chiesa, di fronte alle vecchie elementari, negli anni ‘60 sul prato di viale Pernici, dove oggi ci sono le scuole, poi viale Canella, nei ’70 viale Trento, ora area stazione corriere. Tappe anche piazzale porto S. Niccolò, nei ’90 vicino al Palacongressi. In tempi più recenti area ex vivaio Angelini di via Pascoli, quindi area ex Cattoi per poi finire alla Baltera.
I Rizzi venivano davanti alle scuole. Regalavano, gattoni, un gettone. Esageriamo, due. Esca per pesci. Poi che pomeriggi ragazzi! Si rompevano i salvadanai, si implorava la nonna. 50 lire un gettone, 200 cinque. Il catafalco illuminato era un’astronave di delizie. Ai lati “bòci” delle Elementari, i “mediaroi” con di fronte i nemici delle Commerciali. Gli snob del Liceo se la tiravano. E poi, vuoi mettere? Sbarbine e signorine elettrizzate. Più toste dei maschi.
Sgomiti al finestrone illuminato della cassa. Gracchiano gli altoparlanti. Sparano, voce roca, gli annunci della maliarda. Corsa e salto nell’autino. Sempre il più lento. Dannazione. Il prossimo giro si cambia. Adocchiato quello rosso, il più veloce. Corsa pazza, ma c’è chi è più svelto. E con un salto è nel bolide. La maliarda dà corrente, gracchia il campanello, gli autini tornano a dannarsi.
E tu fai lo slalom saltellando, novella Fracci, tra gli autini che ti mirano. “Sdinze” sulla rete sul soffitto, neon di mille colori, musiche sparate. “Girare a destra”, sì buonanotte! Giù il gettone nella fessura, si pigia il pedale. In due è meglio, corse raddoppiate. Adrenalina e incitamenti, sfide urlate e qualche bega. Autini affiancati e parte il pugno. Lo schema “sandwich” è attacco, simultaneo, frontale e da retro. Sobbalzo terribile, colpi di frusta per vittime designate. E la chiavetta? Averla era il top. Sgamati volontari, saltando sugli autini in corsa, la usavano per riportare all’ovile i mezzi fermi in pista.
Sabato e domenica ressa. Pista strapiena. Ingorghi e blocchi. L’addetto avvinghiato all’antenna metallica libera gommoni agganciati. Porcamiseria, già il campanello di fine corsa. Tempi, ahinoi, dimezzati. Ragazzine scatenate e urlanti sempre contromano. “Cretini” e linguacce.
Mani fredde, cuore caldo. Ma dai che lo scontro, che dà colpi al cuore, è il mai dimenticato gioco della seduzione.
Vittorio Colombo

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche