Scuole, il Trentino rimane sopra la media
L’Ocse attesta la bontà della preparazione scolastica dei quindicenni trentini, specchio dell’efficacia dell’intero percorso formativo effettuato a partire dalla scuola dell’infanzia, richiamando però al contempo la necessità di non “abbassare la guardia”. Questa è, in sintesi, la fotografia che emerge per il Trentino dalla settima indagine PISA -Programma internazionale per la valutazione degli studenti-svolta nella primavera del 2018. Lo studio, con cadenza triennale, rileva le competenze (o literacy) dei quindicenni scolarizzati in lettura e comprensione del testo, in matematica e in scienze, potendone comparare i livelli tra i diversi territori e Paesi. In Trentino, l’indagine ha interessato complessivamente un campione di 1.439 studenti, su un totale di 5.037, frequentanti Licei, Istituti Tecnici, Istruzione e Formazione professionale e Secondarie di primo grado.
I risultati ottenuti confermano la buona posizione della scuola trentina in riferimento al resto del Paese, con livelli superiori ai valori medi nazionali di oltre 20 punti in tutti i tre domini oggetto di verifica e in linea con quanto registrato nell’intera ripartizione geografica di appartenenza (Nord Est).
In termini temporali, migliorano le performance degli studenti trentini in matematica, a fronte però di una tendenziale riduzione di quelle in lettura e soprattutto delle competenze in scienze. Qualche sforzo in più va fatto anche per combattere i condizionamenti derivanti dallo status socio-economico-culturale della famiglia di provenienza.
Alla conferenza stampa di presentazione dei dati hanno partecipato l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, il dirigente generale del Dipartimento istruzione e cultura della Provincia autonoma di Trento Roberto Ceccato, la sovrintendente scolastica Viviana Sbardella, il presidente del Comitato tecnico scientifico di IPRASE Renato Troncon e il direttore di IPRASE Luciano Covi.
“In rapporto al PIL, l’investimento della Provincia autonoma di Trento in istruzione è già piuttosto elevato – ha commentato l’assessore Bisesti analizzando i risultati dell’indagine – quindi è necessario non disperdere le risorse su troppi fronti, ma essere selettivi nella scelta degli obiettivi, perché spesso gli interventi estesi sono a somma zero. E’ essenziale dunque individuare con precisione gli snodi più delicati, scegliere le strategie più efficaci, definire programmi precisi di azione”.