Di Maio sul caso “Chico” Forti: “La Farnesina segue il caso con attenzione”. In dicembre una conferenza in Parlamento
Il Ministro degli Esteri Di Maio segue con grande attenzione il caso del connazionale Enrico “Chico” Forti, arrestato dalle Autorità statunitensi nel 1998 e condannato all’ergastolo nel 2000 da un Tribunale della Florida con l’accusa di omicidio premeditato.
“Il connazionale – scrive in una nota ufficiale la Farnesina, ovvero il Ministero degli Esteri – ha potuto contare nel corso di questi anni su una assistenza continua da parte delle autorità consolari italiane. Nel 2016 si è riusciti ad ottenere il suo trasferimento in un penitenziario più facilmente raggiungibile dal personale del Consolato Generale, nei pressi di Miami. I contatti dell’Ambasciata e del Consolato con il Signor Forti e con i suoi legali sono costanti e vengono effettuate periodiche visite in carcere per verificare le sue condizioni di salute e detentive. Sul piano giudiziario – conclude il comunicato – dopo che la sentenza di condanna è divenuta definitiva nel 2010 a seguito del rigetto di tutti i ricorsi in appello, l’obiettivo è ottenere dalle Autorità americane una revisione del processo o, in alternativa, la possibilità per il Signor Forti di poter scontare la sua pena in Italia, nel suo Paese, vicino ai suoi affetti”.
Il caso di Chico Forti arriva anche in Parlamento: dopo l’inchiesta del giornalista de Le iene Gaston Zama, che ha raccontato su Italia Uno la storia del nostro connazionale e tutti i dubbi che aleggiano su come si sia arrivati alla sua condanna, si muove anche la politica. Il 3 dicembre infatti, su iniziativa dell’onorevole Corda del Movimento 5 Stelle, si terrà una conferenza a Montecitorio per discutere del caso di Chico. Saranno presenti alcuni membri delle commissioni parlamentari di Esteri e Difesa. Durante l’evento saranno anche trasmesse parti dei servizi realizzati da Gaston Zama. Sono molte però le cose che sembrano non tornare nella scena del crimine, nelle indagini e nel processo che ha portato alla condanna di Chico Forti.