I CICLISTI IN GARDESANA SONO TROPPI, VA CERCATA UNA SOLUZIONE

I due chilometri di ciclopedonale che hanno chiuso il periplo dei confini di competenza del Comune di Limone, a nord arrivano al confine col Trentino. Oltre 1.600 passaggio giornalieri (tra ciclisti e pedoni) che arrivano laddove le due Province s’incontrano sono spesso “affollati” e a chi vi arriva in sella alle due ruote non resta altro, qualora la direzione sia verso nord, farlo tornando a pedalare in Gardesana. Muniti di luci e giubbotto catarifrangente molti sono visibili, ma tanti non ne sono dotati e allora vederli in galleria o appena si entra (o si esce) con la luce del sole è difficile, e le situazioni di pericolo sono chiaramente salite esponenzialmente. Fermo restando che ora la nuova Giunta provinciale del presidente Fugatti valuterà i progetti in corso risalenti alla “vecchia” Giunta, quella della ciclabile che deve arrivare a riva del Garda è un problema. Gestire l’alto traffico delle due ruote che dal confine con Limone sale a nord è una delle preoccupazioni espresse dal Consiglio comunale rivano, il quale con dei semplici cartelli di attenzione rileva come sia difficile farlo per le migliaia di passaggi aumentati proprio, come si diceva, a seguito dell’ultimo tratto a sbalzo completato in quel di Limone. Adalberto Mosaner, primo cittadino di Riva ha già espresso al suo omonimo limonese Franceschino “Chicco” Risatti tali perplessità, convenendo che vanno trovate soluzioni per il problema della mobilità e sicurezza che si è venuto a creare in zona. Infatti chi arriva al confine col Trentino passa poi in strada, in un tratto dove non c’è spazio per far fermare un’eventuale bus navetta o altro, fermo restando che la ciclabile trentina sarà del tutto diversa da quella a sbalzo che oggi vede migliaia di persona percorrerla per l’assoluta bellezza e fascino che, innegabilmente emana camminare a cinquanta metri d’altezza sul lago.