“IL TUNNEL A DOPPIA CANNA DELLA LOPPIO – BUSA SI PUÒ FARE”. MA LA PROVINCIA DICE NO

Un blitz del leader di Autonomia Dinamica Mauro Ottobre al cantiere della Loppio-Busa ha portato alla luce la possibilità, proposta dalla ditta che ha vinto l’appalto, di una variante in corso d’opera per fare il tunnel a due canne. “Allo stesso costo dell’importo con cui si è aggiudicata i lavori per la “canna unica a tre corsie” -dice Mauro Ottobre – Semplicemente: il tunnel progettato sarà alto 13 metri, accanto ci sarà una galleria per “servizi” alta 5. Secondo i tecnici – prosegue l’ex Onorevole – tenendo l’altezza della galleria principale a quota 9 (abbassando quindi la volta di 5 metri) si può alzare quella dei servizi da 5 a 9 (dunque nove metri per entrambe) e fare la doppia canna. Il costo per la variante? Zero Euro in più”.
“Questa soluzione sarebbe anche più sicura – prosegue Ottobre – in caso d’incidente perché com’è il progetto ora una corsia a scendere verso la Busa e due a salire verso Nago, in caso di emergenza obbligherebbe gli automobilisti che scendono ad accedere alla galleria d’emergenza sul lato sinistro del tunnel (verso la Busa, a scendere, attraversando le due corsie a salire”.
Ma la Provincia non ci sta e replica con una nota diffusa dall’Ufficio Stampa.
“Con riferimento ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa in merito ai lavori per il “Collegamento S. Giovanni – Cretaccio Unità Funzionale 2 – Galleria”, la Provincia precisa che il progetto, posto a base di gara, è stato regolarmente approvato ed è, ovviamente, dotato di tutte le autorizzazioni di Legge, compresa la valutazione d’impatto ambientale, con la quale sono state considerate anche soluzioni alternative relativamente al tracciato e alla configurazione dell’opera. L’opera, inoltre, rispetta le specifiche tecniche e di sicurezza previste dalle normative vigenti.
L’Ati affidataria si è aggiudicata l’appalto con regolare procedura aperta, senza nulla eccepire, né durante la procedura di gara, né alla data della consegna dei lavori, circa l’eseguibilità del progetto e la sua rispondenza alle normative tecniche vigenti. La Provincia, che è il committente, non ha dunque nessuna intenzione di modificare tale progetto ed evidenzia come la ditta aggiudicatrice non abbia nessuna facoltà, dal punto di vista normativo, per avanzare proposte di modifica che, oltretutto, porterebbero ad una sospensione dei lavori, all’indizione di una nuova gara, allontanando di almeno un paio di anni la conclusione dei lavori di un’opera molto attesa dalla popolazione. È del tutto evidente che un appalto regolarmente aggiudicato non possa essere modificato in corso di esecuzione, fatti salvi casi tassativi e limitati previsti dalla vigente normativa. Infine, va evidenziato che le presunte ipotesi di variante al progetto illustrate nell’articolo sono mere congetture di esclusiva ideazione dell’impresa aggiudicatrice, in quanto non sono sostenute né da progetti stradali e strutturali, né da computi metrico-estimativi, in ogni caso mai formalmente comunicati agli uffici provinciali”.