Lotta allo spopolamento dei paesi in Trentino, contributi per la ristrutturazione della casa

La Giunta provinciale prosegue nell’attuazione delle misure per rafforzare la coesione territoriale e rispondere all’emergenza abitativa sul territorio. Accanto alle iniziative avviate e ai macro interventi per l’housing sociale come Ri-Urb e Ri-Val, l’esecutivo ha avviato il percorso per un’azione mirata e sperimentale nei Comuni particolarmente esposti al fenomeno dello spopolamento. Si parla infatti di contributi a fondo perduto, dal 35% al 40%, per sostenere le spese di chi acquista e ristruttura un immobile, per usarlo come abitazione oppure affittarlo a canone moderato a persone che spostano la loro residenza, nei 33 Comuni che negli ultimi 10 anni hanno perso abitanti. Si tratta di una delibera pre-adottata dall’esecutivo, un documento che seguirà ora i passaggi istituzionali previsti prima dell’ok definitivo.
Il punto di partenza, ha detto il presidente Fugatti, è stata l’analisi statistica per individuare i Comuni che in Trentino, negli ultimi 10 anni, hanno visto diminuire i propri abitanti. Sono quindi emersi 33 territori con il segno meno, aree in cui ci sono immobili anche abbandonati e ampie possibilità per il recupero edilizio. Per questo la Giunta ha preadottato il provvedimento che prevede un contributo a fondo perduto per chi acquista un immobile, lo sistema e si impegna a viverci per almeno 10 anni, oppure ad affittarlo a canone moderato. Si tratta di un’azione sperimentale, che potrà essere oggetto di successivi aggiustamenti, mai attuata prima, che ora viene portata all’attenzione in un percorso di approvazione in cui potranno essere raccolti eventuali pareri e suggerimenti. Un’iniziativa che rappresenta un’opportunità per le persone e le comunità e che va nella direzione di rafforzare la coesione sociale sul territorio trentino.
I beneficiari sono persone fisiche che hanno o intendono acquisire un diritto di proprietà o di godimento su un immobile ed è consentito richiedere i contributi fino a un massimo di 3 unità, questo per dare unitarietà all’intervento di ristrutturazione, ad esempio per le facciate degli edifici. I soggetti beneficiari devono portare la propria residenza o locare a canone moderato a soggetti che portano la residenza all’interno del comune per dieci anni. La spesa ammessa arriva al 40% nei centri storici e al 35% al di fuori di essi. Il soggetto beneficiario non deve essere residente nel territorio dove si trova l’unità immobiliare, vincolo che però non si applica a chi ha meno di 45 anni di età. C’è anche un piccolo contributo per l’acquisto, fino a un massimo 20mila euro, mentre per la ristrutturazione si arriva a un massimo di 80mila, ovvero il 40% sul massimo della spesa ammessa che è di 200 mila Euro.