Inchiesta “Romeo”, via l’obbligo di dimora a Signoretti: “Felice di essere tornato in libertà”

Paolo Signoretti, l’imprenditore di Arco finito nelle maglie dell’inchiesta “Romeo” della Dda di Trento sui presunti intrecci fra affari e politica, non ha più l’obbligo di dimora, come richiesto dalla Procura di Trento. Da martedì 11 marzo Signoretti è tornato in libertà, senza alcun vincolo, in quanto il Tribunale del Riesame ha accolto l’istanza presentata dalla difesa di Signoretti, l’avvocato Giovanni Rambaldi dello studio legale “Avvocati Associati Maines – Rambaldi” in piazza Cesare Battisti a Trento. “Sono felice di essere tornato in libertà”, riferisce telegraficamente a La Busa.
Lo scorso 4 febbraio, l’imprenditore arcense aveva ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, trasformati in obbligo di dimora nel comune di residenza, come richiesto dalla Procura. Di fronte a questa decisione, l’avvocato Giovanni Rambaldi aveva depositato richiesta di annullamento dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Enrico Borrelli. Martedì la decisione del Riesame, con la contestuale revoca dell’obbligo di dimora, essendo venute meno le esigenze cautelari nei confronti del suo assistito, accolta con soddisfazione dallo stesso avvocato Rambaldi, che ora attende l’avviso di chiusura delle indagini, tassello fondamentale per “poter dichiarare l’estraneità di Signoretti di fronte alle ipotesi accusatorie avanzate dalla Procura”, ha riferito alla stampa.
Per gli altri indagati il divieto di allontanarsi dal comune di residenza resta comunque valido. Per il sindaco di Riva, Cristina Santi, per l’ex sindaco di Dro Vittorio Fravezzi, per il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, per gli architetti altoatesini Fabio Rossa e Andrea Saccani, per la funzionaria del Comune di Bolzano, Daniela Eisenstecken. Il tycoon austriaco René Benko, 47 anni, al centro del crac miliardario del Gruppo Signa in Austria, accusato dalla Dda di Trento di essere il gran tessitore dell’orditura criminale nell’inchiesta “Romeo”, resta invece in custodia cautelare nel carcere di Vienna (dal 24 gennaio 2025), con l’accusa di associazione a delinquere mossa nei suoi confronti dalla Procura anticorruzione (Wksta) di Vienna.