Caso Poste Italiane, risposta di Rossi all’interrogazione sulla riduzione del personale

Stagista12/07/20183min
Poste-Italiane

Risale oramai al 26 febbraio scorso l’interrogazione n.5687, scritta di pugno dal Consigliere provinciale di Civica Trentina Claudio Civettini, che, a seguito dell’accordo, risalente all’8 dello stesso mese, tra Provincia e Poste Italiane costato, tra l’altro, 10,6 milioni di Euro, voleva essere preludio di una protesta nel caso di conferma della sforbiciata in Trentino di 110 portalettere entro l’anno 2019. “Accade così- recita un paragrafo della lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti- che, a partire dal 2019, Poste Italiane possa prevedere e disporre, come stabilito dall’accordo sottoscritto dall’azienda con i sindacati nazionali lo scorso 8 febbraio, la sforbiciata di 110 portalettere. Il che è paradossale se si pensa che, proprio all’indomani della presentazione del «patto» milionario con le Poste, a inizio mese, il Presidente della Giunta provinciale aveva evidenziato come il rafforzamento del servizio avrebbe comportato l’assunzione di una trentina di persone”.

La risposta, firmata dall’attuale Presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e inviata martedì 10 luglio, con oltre quattro mesi di ritardo, ha arginato sul nascere ogni possibile malcontento e ogni probabile opposizione. Dopo aver precisato, punto per punto, cosa si sia proposta la Convenzione di durata triennale sottoscritta con Poste Italiane (modalità di raccolta e di recapito aggiuntive, misure organizzative volte a soddisfare specifiche esigenze territoriali, consegna di prodotti editoriali con frequenza giornaliera su tutto il territorio provinciale, agevolazioni per il ritiro di raccomandate e assicurate, impegno a mantenere invariato il numero di Uffici postali), il mittente ha messo chiarezza sulla questione più cocente riguardante la possibilità di una notevole riduzione del personale da parte della Società. “Va peraltro precisato- porta scritta la replica all’interrogazione– che, come rappresentato dalla Società, sarà riposizionata parte delle risorse umane in un’ottica di riqualificazione professionale o di agevolazione all’uscita del personale prossimo al pensionamento. Altresì, con riferimento a quanto apparso sulla stampa locale circa i 110 posti di lavoro a rischio, la Società con una nota stampa del 26 febbraio 2018 ha assicurato che la notizia è priva di fondamento. Contestualmente la Società ha riconosciuto che la sottoscrizione della Convenzione non solo implementa le attività di recapito sui comuni regolati ma potrà dare attuazione alle nuove politiche attive del lavoro, concordate da Poste Italiane con le Organizzazioni sindacali nazionali in materia di conversione dei contratti part time a full time su base volontaria e di stabilizzazione dei parte del personale attualmente impiegato a tempo determinato”.

Una volta chiarificata la situazione, radicata su fondamenta palesemente fatte di incomprensioni, il Presidente Rossi ha, molto cordialmente, approfittato dell’occasione per rivolgere i migliori saluti.