“Il sole d’autunno”: la grande opera di Segantini splende ad Arco
Nella serata di giovedì 14 novembre la preview riservata a stampa e partner, e nella mattina del giorno seguente l’evento aperto al pubblico con il rituale taglio del nastro. L’inaugurazione della nuova mostra «Sole d’autunno. Il capolavoro ritrovato», con cui la galleria civica ha restituito allo sguardo della collettività, dopo settant’anni, il capolavoro che Giovanni Segantini ha dipinto nel 1887, prima fatica dopo il trasferimento dalla Brianza al cantone svizzero dei Grigioni, è stata una grande festa degli arcensi. Una festa che si è aperta con una bellissima notizia: la vicepresidente e assessora alla cultura della Provincia Francesca Gerosa, infatti, ha annunciato in anteprima come la Giunta provinciale abbia messo a bilancio le risorse per uno studio di fattibilità sulla riqualificazione di villa Angerer con l’obiettivo della sua destinazione a museo dedicato a Giovanni Segantini e a Gianni Caproni, due figure eminenti della storia di Arco.
Alla preview, che ha avuto un prologo di presentazione all’auditorium di Palazzo dei Panni, c’erano per Arco il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo, la Giunta comunale e, per la galleria civica, la direttrice Giancarla Tognoni e il curatore Niccolò D’Agati. Presenti anche numerosi amministratori del territorio, nonché il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, che ha speso parole di apprezzamento e ammirazione per la scelta del Comune di Arco di acquistare il «Sole d’autunno».
«Si tratta di uno dei massimi capolavori della pittura segantiniana -ha detto il curatore Niccolò D’Agati- esposto per l’ultima volta nel 1954, dopo di che per tanti anni non è stato possibile vederlo. Grazie alla lungimiranza di questa amministrazione torna oggi al pubblico, con quella che è la terza più importante acquisizione di un ente pubblico in Italia, dopo quelle del 1888 della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e del 1926 della Galleria d’arte moderna di Milano. Il quadro ha caratteristiche di grande rilievo, Segantini con quest’opera dimostra una straordinaria capacità di restituire la luce autunnale. Si tratta di un paesaggio ambientato nei Grigioni, a Savognino dove il pittore si trasferisce nel 1886, primissimo quadro che realizza appena arrivato. Il titolo è estremamente esemplificativo perché si tratta di una vacca che si sta abbeverando a una fontana con una contadina, ma Segantini lo intitola “Sole d’autunno”, proprio perché il vero soggetto è questa luce, questo colore estremamente forte, vivace e intenso che apre una sua nuova fase di ricerca. Quest’opera ha una centralità nel percorso segantiniano, lui stesso ne parlerà a più riprese come della base fondamentale per lo sviluppo di quello che è l’avanzamento della sua pittura negli anni ottanta e novanta dell’Ottocento».
La mostra «Sole d’autunno. Il capolavoro ritrovato» è aperta al pubblico fino al 26 gennaio dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì). Dal 28 gennaio al 31 marzo sarà aperta su prenotazione per scolaresche e gruppi con visite guidate, anche in tedesco e inglese.