Rossi: “Si sta lavorando per rafforzare gli strumenti di democrazia diretta”

Il presidente della Provincia ha partecipato al seminario sulla democrazia partecipativa, tenutosi nella facoltà di giurisprudenza di Trento e organizzato dal Laboratorio di Innovazione istituzionale per l’Autonomia integrale (LIA) dell’Università.
Nel corso di questo seminario si è parlato della democrazia rappresentativa e della democrazia diretta come diritto costituzionale.
Tuttavia, l’esperienza attuale – come ha sottolineato il professor Roberto Toniatti dell’Università degli studi di Trento – indica che entrambi questi istituti devono essere rinnovati e rafforzati, anche con l’introduzione di una serie di strumenti complementari, generalmente definiti di «democrazia partecipativa». La disponibilità di tali strumenti potrebbe contribuire a migliorare la qualità della democrazia stessa.
Ai lavori ha partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, il quale ha dichiarato che “il rapporto tra politica e cittadini appare sfilacciato” ma, al contempo, ha ribadito la responsabilità e il ruolo fondamentale che la politica può svolgere per ridurre questa distanza, grazie anche all’introduzione di nuovi strumenti e procedure: “La Provincia autonoma di Trento ha dedicato una struttura a garanzia dei meccanismi di partecipazione.”
Secondo Rossi spetta proprio alla politica individuare, predisporre e migliorare quegli strumenti “correttivi” in grado di correggere ed arginare alcune distorsioni dell’attuale modello di democrazia: “Stiamo ragionando in queste settimane su proposte di rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta che approderanno in consiglio provinciale prima della fine della legislatura. Intendiamo dare maggiore forza a strumenti quali petizione e referendum, abbassando ad esempio i quorum richiesti.”
La finalità dell’incontro di studio è, in primo luogo, quello di svolgere una ricognizione selettiva di esperienze riconducibili alla ratio della democrazia rappresentativa e partecipativa che sono state attivate in una pluralità di contesti, in prevalenza a livello regionale (Austria, Francia, Italia, Spagna); in secondo luogo, è quello di analizzare l’organizzazione, le procedure, le garanzie e gli effetti dei processi partecipativi in relazione alla diverse sfere istituzionali coinvolte, ai diversi ambiti materiali e ai differenti gruppi di interesse.