Elezioni, terzo mandato: il sindaco di Arco Betta lancia la norma “in salsa trentina”

Nicola Filippi25/09/20247min
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In vista delle prossime elezioni comunali c’è la domanda delle domande che risuona nelle vie del salotto buono di Arco. “Terzo mandato sì? Terzo mandato no?” Il 13 settembre scorso, la Giunta provinciale di Trento ha dato il via libera alla proposta per una norma di attuazione ad hoc. In Consiglio regionale ci sono due Disegni di legge già pronti sul limite dei mandati dei sindaci. Il primo ricalca la norma nazionale: mandati illimitati sotto i 5mila abitanti, tre fino ai 15mila e due per tutti gli altri, idea che tanto piace agli altoatesini. Il secondo invece prevede mandati illimitati sotto i 5mila abitanti e tre per tutti gli altri. Il sindaco di Arco, Alessandro Betta, in scadenza di secondo mandato, appoggia sì la seconda proposta, di “matrice” trentina, ma non approva l’iter del nuovo disegno di legge. “È una decisione frutto di contraddizioni multiple – chiosa – Qui stiamo mettendo in gioco il ruolo della nostra Autonomia. Mancano pochi mesi al voto e si vuole cambiare le regole della democrazia. Chi vota per il cambiamento si assumerà la responsabilità di questa scelta”.
Sindaco Betta, cosa ne pensa di questa situazione?
“Le norme o si fondano su una ratio, un motivo che deve essere legato al bene comune, oppure diventa difficile spiegare. Perché da un lato aumenti a un numero infinito i mandati dei sindaci e dall’altra vai a ridurli. È una situazione anomala. Una persona non riesce più a capire cosa succede”.
Lei che idea si è fatto?
“Io sono contrario al mandato illimitato nei comuni più piccoli, perché se ci sono contesti dove la norma tendeva a mettere dei limiti forse è proprio in quei contesti. Che siano 4 o 5, poco importa, ma servono limiti”.
E quindi, Lei cosa propone?
“Se l’Autonomia ha un senso, per il senso del buon governo si continui a fare delle scelte in autonomia. Per il Trentino non ha una logica questa decisione: da un lato si vuole ampliare, dall’altro invece si riduce, per di più in un periodo molto vicino al voto. Fa un po’ specie, anzi fa riflettere, che chi chiede il limite dei tre mandati siano proprio quei sindaci che non hanno alcun limite. Qual è il motivo del limite? Di evitare la costruzione di un sistema di potere? Non so! E nei piccoli comuni che hanno i mandati illimitati? Dicono che è perché non si trovano più persone che vogliono fare il sindaco? Allora forse è arrivato il momento di rivedere certe realtà”.
Lei propone una nuova norma in “salsa trentina”. Come la intende?
“Oggi ci governa una norma precisa, c’è già una Legge sui mandati. Ma perché non è possibile rispettare la legge che c’è oggi? Adesso vogliono ampliare i mandati? Va bene, ma io li amplierei in “salsa trentina”. Arriviamo a quattro, massimo cinque mandati consecutivi. Per tutti, però. Sia nei comuni come Arco, sia in quelli piccoli. Sarebbe salutare per tutto il sistema. Se tu proponi nuove Leggi queste devono avere un senso. E non aderire alla norma nazionale tout court. Allora l’Autonomia non ha più senso, perché vuol dire che la norma che avevi fatto prima era una norma stupida, che non sei in grado di governarti e che solo a livello nazionale ti spiegano come governarti”.
All’orizzonte, Lei vede un attacco alla nostra Autonomia?
“Stringi stringi, questa è una partita concentrata sulla nostra Autonomia. Ma nel senso alto della parola. Io difendo le Istituzioni, il senso delle Istituzioni, nella loro rappresentanza. Ne va della credibilità del nostro sistema. Ora lo stiamo sgretolando, pezzo a pezzo. Ecco anche perché dopo la gente non va più a votare… l’astensionismo nasce dalla mancanza di credibilità”.
In Trentino si andrà alle urne il 4 maggio 2025. Cosa ne pensa?
“Nel resto d’Italia si andrà al voto nel maggio 2026, in Trentino avremmo potuto decidere di andare al voto a ottobre 2025, così da chiudere il mandato che aveva sicuramente più senso, quando la legislatura ha avuto il suo compimento e il bilancio ha portato i suoi risultati… invece… Se confermano la data del 4 maggio e qualcuno decide di fare ricorso (leggi, il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer) e lo vince, patatrac, noi non facciamo il semestre bianco, ma dieci mesi bianchi… Sottoponi il sistema a uno stress del genere, per cosa??? Il cittadino non capirà il vero motivo e il 4 maggio ‘25, se sarà una bella giornata, andrà a farsi un giro in montagna, altro che andare alle urne… oggi sono sfiduciato perché non vedo più il rispetto delle Istituzioni, della nostra Autonomia… purtroppo si è abbassato il livello politico e questo mi crea tanta amarezza…”
Un’ultima domanda, Sindaco Betta. E se passasse la riforma dei mandati?
“Se mi chiedi se sono anche contento di non ricandidare e di rimanere a casa così… da fatalista quale sono mi dico: vuol dire che non doveva andar bene… ma ora preferisco questa modalità, che mi permetta almeno di aver voce e di contestare una scelta che, in ambito di una democrazia, non è una scelta democratica, nel senso che andare a cambiare le regole del voto a otto mesi dall’ipotetico voto non va bene… Io preferirei essere mandato a casa dai miei concittadini, dopo l’esito dello scrutinio, anche se da dire è bruttissimo. Tanto ho fatto, tanto ho costruito, ma le cose non sono state comprese, ne prendo atto e va bene, ma essere escluso così, insomma… la riforma poteva essere fatta già due anni fa… così mi sembra proprio una gran bipbipbipbip…”

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