Riva: addio a Giuseppe Giacopini, il medico rivano che salvò un sub

Redazione05/09/20242min
GIACOPINI GUSEPPE
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È mancato all’età di 84 anni a Riva Giuseppe Giacopini, per anni apprezzato medico specialista nel reparto Otorino dell’Ospedale locale. Era nato a Pescantina, ma il lavoro l’aveva portato in riva al Garda.
Lascia la moglie Silvana, i figli Paola, Marco e Nicola, sacerdote salesiano, cinque nipoti e tutti i parenti. E specialmente gli amici che gli hanno voluto bene. La Cerimonia Funebre avrà luogo sabato 7 settembre alle ore 10.30 presso la chiesa Arcipretale di Riva del Garda.
Sempre disponibile con chi aveva bisogno, prezioso in tanti ambiti, aveva dato il suo contributo professionale disinteressato ad associazioni sociali e sportive, in particolare ha seguito da vicino l’attività del Gruppo Sommozzatori rivani, intervenendo positivamente in circostanze di emergenza.
La più importante, quella che salvò ad un sub vicentino, rimasto per troppo tempo sott’acqua (leggi l’articolo completo). Venne portato il elicottero dal Vigili del Fuoco di Riva del Garda che possedevano una piccola camera iperbarica. Il dottor Giacopini, intervenuto anche come medico dei sub rivani, bloccò quanti volevano andare avanti per tentativi nelle operazione di decompressione. Un suo collega esperto dell’ospedale San Martino, contattato per telefono, gli disse di portarlo immediatamente a Genova dove disponevano di una camera iperbarica più professionale, ma era fondamentale che rimanesse “sempre compresso”, pena il decesso. A quel punto scattò la straordinaria organizzazione dei Vigili del Fuoco. La camera iperbarica, col paziente dentro, venne caricata su un furgone Transit raccattato in fretta presso un commerciante. Lungo la tratta Riva-Genova il convoglio trovava ai caselli autostradali i Vigili del Fuoco del posto con altre bombole che servivano a sostituire quelle che si stavano scaricando. Il dottor Giacopini all’interno del furgone teneva sotto costante controllo il paziente. Nel cuore della notte, dopo un viaggio di oltre 300 chilometri, il sub giunse al San Martino dove, dopo lunghe cure, venne salvato.

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