Nuova sede del Circolo Vela Arco: “Uno scatolone di cemento in fascia lago”

Nicola Filippi13/08/20245min
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Uno scatolone di cemento. Come se ne vedono a distesa nelle zone industriali di tutt’Italia. Solo che il capannone in calcestruzzo in oggetto, spiega il consigliere d’opposizione Stefano Bresciani (Patt), sarà destinato a diventare la nuova sede del Circolo Vela Arco a Linfano ed è stato costruito sui terreni di Amsa, accanto al campeggio del Lido di Arco e si trova a due passi dalle sponde del lago di Garda Trentino. Sia chiaro. Quello che si vede nelle fotografie, è lo scheletro in calcestruzzo dell’edificio. Ma a cause delle “ristrettezze economiche del Circolo Vela Arco, il progettista altro non poteva fare che uno scatolone in cemento”. Ma è un pugno nell’occhio.

Per avere un quadro più completo della genesi del progetto, il consigliere Stefano Bresciani (tessera Patt, già vicesindaco di Arco con il sindaco Betta) ha deciso di presentare il 12 agosto una interrogazione e inviarla al sindaco e alla giunta comunale, oltre che al presidente del Consiglio Comunale di Arco.

Questa, in sintesi, la nascita della nuova sede del CVA.

Il consigliere Bresciani, dopo essersi recato di persona sui terreni del cantiere, ha richiesto un formale accesso ad atti pubblici per ottenere tutta la documentazione autorizzativa e progettuale che aveva portato al rilascio della concessione edilizia a nome Circolo Vela Arco, “pur rimanendo intestataria e proprietaria dei terreni Amsa Srl”, scrive Bresciani.

“Da subito alcune autorizzazioni e le modalità di richiesta, prive del parere del proprietario del terreno, mi sono parse quantomeno singolari”, si legge nell’interrogazione del consigliere autonomista, il quale “si è subito confrontato telefonicamente, seppur informalmente, con l’assessore all’Urbanistica Nicola Cattoi (tra l’altro anche apprezzato professionista tecnico locale e pertanto figura competente nella materia specifica”.

Il consigliere Bresciani spiega ancora: “Il Circolo Vela, concessionario del terreno del Comune di Arco, a titolo oneroso per 10mila euro annui dal febbraio dello scorso anno al 28 febbraio 2038, ha presentato un progetto per la realizzazione della propria sede fortemente condizionato dalle ristrettezze economiche – spiega ancora il consigliere d’opposizione – il progettista non poteva fare altro che fare uno scatolone di cemento. La commissione tutela del paesaggio dice che, visto che non ci sono risorse a sufficienza, va bene così, ma prescrive in concessione che se dovessero arrivare ulteriori soldi andrebbe rivisto”.

Alla proprietaria del terreno, ossia Amsa Srl, “non viene nemmeno mostrato il progetto, ma nemmeno chiesto di firmare il modulo di assenso alla richiesta di Permesso di Costruire in qualità di proprietario – scrive ancora Bresciani – La Provincia finanzia, il Comune che ha in comodato il terreno da Amsa e che ha visto il progetto, perché ne rilascia il parere di finanziabilità, potrebbe intervenire o far intervenire Amsa a livello economico per migliorarne la qualità o integrare con altre funzionalità. Invece, accetta solo di compensare economicamente e avvalla un capannone industriale in fascia lago, seppur rispettoso dei dettami normativi relativi a distanze ed altezze, ma pur sempre disomogeneo ed impattante rispetto a ciò che lo circonda. Considerando – conclude il consigliere Bresciani – che si trova in un contesto in cui ad un privato viene chiesto di fare in legno o in ferro, piuttosto che in calcestruzzo, persino la struttura di un pergolato”.

Per questi motivi, il consigliere Bresciani chiede a Sindaco e Giunta “le ragioni per le quali non è stato chiesto il consenso ad Amsa e, se ancora in tempo, se non sia il caso, vista la grande disponibilità economica attuale del Comune di Arco, di pensare ad uno specifico finanziamento per migliorare estetica e impatto ambientale”.

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