Turista francese aggredito da orso a Dro: indagini in corso
In relazione all’aggressione da parte dell’orso successa la mattina di martedì 16 luglio in località Narancolo, nel comune di Dro, la Provincia autonoma di Trento comunica che l’operazione di sutura delle ferite riportate dalla persona coinvolta, un cittadino francese quarantatreenne mai stato in pericolo di vita, si è conclusa positivamente.
Per il turista, che sarà dimesso nei prossimi giorni dall’Ospedale Santa Chiara di Trento, è stata disposta una prognosi di venti giorni.
L’uomo è rimasto sempre cosciente e ha chiamato autonomamente i soccorsi che in pochi minuti sono intervenuti e lo hanno elitrasportato all’ospedale Santa Chiara, dove è stato immediatamente sottoposto alle cure dei sanitari.
La Provincia si è attivata tempestivamente per gestire la situazione e ha rafforzato il presidio informativo e del personale in zona per ricostruire gli spostamenti dell’animale.
Sul posto infatti, da tutto il giorno, procedono le attività accertative e le indagini dei forestali e degli addetti della protezione civile che stanno effettuando i vari campionamenti biologici.
Con la collaborazione dei laboratori della Fondazione Mach sarà poi possibile nel breve termine stabilire la classificazione genetica e l’identificazione dell’orso.
Non ha tardato ad arrivare la nota della associazione animalista OIPA.
“Troppe le azioni che la Provincia autonoma di Trento deve ancora da mettere in campo – scrivono in una nota – È tempo di mettere in sicurezza non solo residenti ed escursionisti dagli orsi, ma anche gli orsi da residenti ed escursionisti”. Così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) alla notizia del ferimento, non grave, di un escursionista francese nel Comune di Dro che era uscito stamattina alle 7 per un’uscita in solitaria lungo il “Sentiero delle Cavre”.
“Troppe le azioni che la Provincia autonoma di Trento deve ancora mettere in campo – prosegue la nota – Dauna efficace campagna d’educazione, informazione e comunicazione, alla dotazione di bidoni della spazzatura antiorso, da una chiara segnaletica al divieto di circolazione su sentieri a rischio; dalla creazione di corridoi faunistici alla piantumazione di colture e alberi da frutto in alta quota, dall’allestimento di recinzioni elettriche per proteggere giardini e allevamento al divieto di foraggiare animali selvatici.
L’Oipa sottolinea che, purtroppo, la Provincia di Trento, guidata da Maurizio Fugatti, sinora ha solo ragionato in termini di “reazione corpo a corpo”, ordinando catture e abbattimenti nei confronti degli orsi che fanno gli orsi, ignorando le buone pratiche applicate per esempio dal Pnalm. Auspichiamo un cambio di rotta, in nome di una sempre possibile serena convivenza uomo-orso”.