Il muro di vetro dietro al teatro di Arco? Un “corridoio” e schermi video

Nicola Filippi30/05/20244min
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Dietro il nuovo teatro ipogeo in fase di costruzione ad Arco sta crescendo un grande muro composto da grandi vetrate. In molti si chiedono a cosa serva, visto che il teatro si trova sotto terra. Esso ha una duplice funzione: passaggio di collegamento fra l’ex Quisisana e Villa Becker e, in un futuro, speriamo non troppo lontano, una sorta di schermo tv sul quale proiettare l’evento di cartello della settimana o immagini degli spettacoli. Ma la funzione primaria della grande vetrata, ovvero quella di collegamento fra gli edifici, oggi è tronca, perché manca la continuità al disegno di recupero del famoso progettista veneziano.
“Oggi sembra un mero esercizio estetico”, spiega il vicesindaco Roberto Zampiccoli, che segue passo dopo passo la realizzazione dell’opera: “Il progetto iniziale, disegnato oltre 15 anni dall’architetto Alberto Cecchetto, prevedeva che sotto i vecchi campi da tennis ci fosse un parcheggio di attestamento, come quello delle Terme Romane di Riva – spiega Zampiccoli – L’architetto Cecchetto aveva studiato gli spazi prevedendo il massimo rispetto dei due palazzi storici, l’ex Quisisana e l’attigua Villa Becker, prevedendo di costruire il teatro sotto terra, con un tetto verde, per non creare un mastodonte fra i due edifici storici”. Il bando dell’epoca prevedeva che Quisisana e Villa Becker diventassero sedi per associazioni culturali, Accademia delle Belle Arti. La “lama di vetro” doveva diventare una sorta di collegamento fra le sedi culturali. La storia racconta invece che l’amministrazione dell’epoca ha deciso di investire solo sul teatro, per mancanza di fondi, tralasciando il recupero dell’ex Quisisana
“Ma un giorno – assicura il vicesindaco Zampiccoli – tornerà ad avere la sua funzione, perché è stata costruita in modo tale che, quando si metterà mano all’ex sanatorio, la lama sarà il collegamento coperto con Villa Bewcker”. E spostando lo sguardo un po’ più in là, quando sarà recuperata anche Villa Elena, potrà essere il corridoio vetrato di collegamento fra le tre strutture pubbliche.
Ex Quisisana
La Provincia ha ceduto gratuitamente l’edificio al Comune, con l’obbligo però di destinarlo a funzione sociale. Lo scorso anno però il vicesindaco Zampiccoli, in un incontro con l’assessore Spinelli e i funzionari di Patrimonio Trentino, è riuscito a svincolare una parte dell’edificio e “ora possiamo pensare di riqualificare l’edificio come Silver Hotel – spiega ancora Zampiccoli – La Provincia ha lasciato comunque il vincolo che l’ex sanatorio deve avere una funzione sociale, che sarà rispettata al piano terra, dove ci saranno delle strutture aperte al pubblico”. “Siamo ancora nella fase embrionale – ribadisce e conclude il vicesindaco Zampiccoli – La nostra volontà è quella di destinare l’edificio a struttura protetta per anziani autosufficienti, che non abbiano bisogno di assistenza medica. Recentemente ho avuto una riunione con un gruppo di investitori che ci hanno presentato una relazione sui Silver Hotel, dove mostrano quanto questi edifici si stiano diffondendo in maniera massiccia, soprattutto nel nord Europa”. Una strada già individuata e percorsa con successo dalla casa di cura Villa Regina, “con residenze dove trascorre una rigenerativa vacanza sanitaria o una più stabile residenza protetta”.

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