L’Autonomia come laboratorio di innovazione e di pace
La necessità di riprendere il percorso di evoluzione dello Statuto di autonomia, in collaborazione con l’Alto Adige, puntando al meccanismo dell’Intesa per prevedere l’assenso delle Province di Trento e Bolzano per le modifiche di rango costituzionale che possono impattare sul nostro stesso autogoverno. L’esigenza di sviluppare la formazione e la cultura sul tema dell’autonomia, attraverso il Centro studi previsto dalla legge di assestamento provinciale, che può essere laboratorio di soluzioni con riguardo esteso alle crisi internazionali. Ancora, la possibilità per l’autonomia trentina di rafforzarsi come modello per gli altri territori, nel percorso dell’autonomia differenziata e valorizzando il ruolo degli enti locali. Sono alcune delle questioni emerse nella cerimonia ufficiale per la Giornata dell’autonomia, nei 77 anni dalla firma dell’accordo Degasperi-Gruber che pose le basi per l’autogoverno trentino e altoatesino. Ad intervenire i presidenti Maurizio Fugatti (Provincia autonoma di Trento), Walter Kaswalder (Consiglio provinciale), Paride Gianmoena (Consiglio delle autonomie locali), nell’appuntamento moderato dal Capo Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento Giampaolo Pedrotti e che ha visto la partecipazione del direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e dello storico Giorgio Mezzalira.
Nella Sala Depero, gremita con le autorità locali e nazionali e le rappresentanze di politica, economia, società civile e religiosa trentina, il presidente della Provincia Fugatti riferendosi ai 77 anni dal 5 settembre 1946 ha parlato di “una storia lunga, complessa e di successo, che ha individuato una soluzione di pace e convivenza che oggi può essere riferimento per altre aree martoriate dai conflitti”.
“Questa riflessione di carattere internazionale – ha proseguito -, dove la soluzione autonomistica e le esperienze delle regioni di confine potrebbero trovare spazio, ha ispirato l’idea e il progetto di costituzione di un Centro studi che si occupi delle autonomie. Ecco la ragione della nostra proposta fatta nell’incontro di febbraio a Borghetto e prevista nella recente legge di assestamento. È importante che possa nascere a Trento, terra di confine e di idee autonomistiche, un centro che affronta in chiave interdisciplinare, interregionale e internazionale le autonomie, per incrementare e qualificare la cultura dell’autonomia nel nostro Paese e in Europa, guardando anche ai processi di riforma in atto”.