Dall’eco mediatica per Zaki al silenzio assordante su Chico Forti
Da alcuni giorni i media nazionali sono inflazionati dalla vicenda di Patrick Zaki, lo studente egiziano graziato dopo una condanna per attività “sovversiva”.
Una eco mediatica che stride con il silenzio sulla vicenda di Chico Forti, il nostro connazionale da 23 anni detenuto a Miami per un omicidio che non ha commesso. In merito hanno preso posizione due attivisti torbolani che da sempre sostengono la sua causa, Stefano Chelodi e Gianfranco Tonelli.
“Sia chiaro che noi siamo in assoluto per la tutela dei diritti umani – scrivono i sostenitori di Forti – ma ci chiediamo come sia possibile che, a fronte del trionfalismo sulla grazia a Zaki da parte del Governo, con tutte le belle parole per il presidente egiziano espresse dalla premier Giorgia Meloni, non ci sia alcun riferimento al nostro connazionale Chico Forti. Ricordiamo che Chico è detenuto ingiustamente negli USA da oltre 20 anni, perché condannato ad una pena “senza fine” sulla base di un processo assolutamente indiziario e senza prove, per ammissione della stessa Giudice che lo ha condannato dicendo che poteva esserne esserne l’ispiratore e che un giorno il colpevole sarebbe stato assicurato alla giustizia.
Il silenzio sulla sua vicenda è sempre più assoluto, roboante, assordante!
Qualche tempo fa la premier Meloni e il ministro Salvini avevano speso belle parole di impegno e di rassicurazioni circa la situazione di Forti ed il loro impegno assoluto. Allo stato odierno, però, ci pare non ci sia più notizia di attività ed impegno del Governo per sanare una vicenda che è vera violazione dei diritti umani.
Dopo il trionfalismo dell’allora ministro Di Maio nel dicembre 2020 per la accettazione da parte del Governatore della Florida del trattato internazionale per la possibilità di fargli scontare il fine pena nel paese di origine, e dopo il lungo reportage-inchiesta del programma “Le Iene”, il silenzio è calato profondo sulla vicenda.
Chico in carcere è diventato nonno, la mamma ha superano i novant’anni e lui continua a vedere il sole da dietro le sbarre di una prigione professando sempre la sua totale innocenza.
Ci pare – conclude la nota dei sostenitori di Chico – che un paese storicamente amico degli USA potrebbe alzare la voce per raggiungere un risultato atteso da decine di migliaia di italiani che hanno affisso e tapezzato l’Italia di manifesti e striscioni.
Bene per lo studente egiziano e la Sua felice conclusione, attendiamo però fiduciosi un segnale positivo in merito al nostro connazionale ed amico Enrico “Chico” Forti”