Lavoro: non importa da dove, ma come

Redazione20/04/20233min
lavoro digitale

 

Dopo la sperimentazione del 2022, entra nella fase operativa il progetto “Distretto Trentino intelligente”, sviluppato dalla Provincia Autonoma di Trento per favorire la diffusione di nuove forme organizzative nel settore pubblico e in quello privato. In agenda incontri con gli stakeholder, un inedito modello di analisi e di misurazione e specifiche politiche per promuovere la competitività del territorio. L’’iniziativa, presentata oggi alla stampa, ideata dalla Giunta provinciale con il Dipartimento organizzazione, personale e affari generali della Provincia, con il supporto tecnico di Tsm-Trentino School of Management, nasce dall’esigenza di intercettare una tendenza già in atto, destinata a trovare conferma in futuro.

“Con questo progetto – ha spiegato Achille Spinelli, assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro – l’Amministrazione provinciale intende operare su più livelli contribuendo a creare un ambiente idoneo per lo sviluppo di soluzioni capaci di generare ricadute positive per tutti, con modalità di interlocuzione con i cittadini più semplici e più dirette. I dati ci dicono che il lavoro a distanza fa aumentare la produttività, grazie anche alla progressiva digitalizzazione della pubblica amministrazione, sulla quale dobbiamo procedere speditamente. Questo ci permetterà di liberare risorse da utilizzare in attività che abbiano un più alto valore aggiunto”.

Nel 2021, secondo un rapporto dell’OCSE, il 57% dei lavoratori trentini presentava già un profilo professionale che consentiva di operare a distanza almeno un giorno intero a settimana. Per il 35% della popolazione attiva sul territorio il potenziale va da uno a tre giorni. Nei prossimi 3-5 anni, dicono inoltre le stime della Provincia, i lavoratori agili in Trentino dovrebbero raggiungere un numero complessivo compreso tra le 42mila e le 70mila unità.

Per raggiungere questi obiettivi, sono state avviate all’inizio di quest’anno attività di progettazione e ricerca oltre a incontri con esperti. Particolarmente rilevante l’impegno per l’analisi dei dati che consentirà di delineare un quadro preciso del fenomeno dell’impiego da remoto elaborando numeri disaggregati per genere, posizione lavorativa, programmazione delle giornate, dotazione informatica, dislocazione dei lavoratori, spazi di coworking e molto altro ancora.

 


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