Riaperta la serra tropicale montana del Muse
Dopo due anni di chiusura al pubblico a causa della pandemia, il 19 febbraio ha riaperto i battenti la serra tropicale del MUSE di Trento, una finestra sulla biodiversità delle foreste pluviali montane dei Monti Udzungwa in Tanzania. Tante le novità: fioriture rare, nuovi nati e nuove specie che hanno trovato casa tra banani, ninfee giganti e alberi di cacao.
Al suo interno, nei 600 metri quadrati di superficie protetti da un involucro di vetro e acciaio, la rigogliosa vegetazione ha espanso la sua presenza, diventando ancora più fitta e densa di oltre 200 specie botaniche radicate in serra e, rispetto al 2019, si contano alcune new entry, sia in termini specifici, sia in forma di fioriture o fruttificazioni: ben 6 specie di vaniglia – tra cui la Vanilla imperialis, la più grande esistente al mondo – si arrampicano sulle rocce e per la prima volta uno dei tre alberi di cacao ha fruttificato.
Per accedervi bisognerà rispettare precise disposizioni: obbligo di indossare la mascherina FFP2 (tranne per i bambini di età inferiore ai 6 anni e altre categorie previste) e rispetto del distanziamento di almeno 2 metri dagli altri visitatori – se non congiunti.
Novità anche sulle modalità di visita: il tempo di permanenza in serra, ambiente tropicale che ha un tasso di umidità del 70-80% e una temperatura media attorno ai 26 gradi, sarà di 10 minuti, per un massimo di 25 persone in contemporanea.
Da non trascurare, infine, l’invito a rispettare le piante e gli animali che ci vivono, un microcosmo rimasto nascosto al pubblico per quasi due anni.
13 specie di animali: ecco chi sono gli abitanti della serra
Le ultime arrivate sono due anatre dal dorso bianco (Thalassornis leuconotus), specie tipica degli ambienti acquatici dell’Africa sub-sahariana. Si tratta di piccoli Anatidi dal piumaggio fulvo a strisce scure e due evidenti macchie bianche, una vicina al becco e l’altra sul dorso, coda rigida e grandi zampe palmate in posizione arretrata, tutti adattamenti che favoriscono l’immersione e la ricerca del cibo (frammenti vegetali e piccoli invertebrati) sul fondale. I due esemplari ospiti della serra, nati in cattività presso un allevatore italiano di anatre “ornamentali”, andranno a fare compagnia ad altre 12 specie tra uccelli, anfibi e pesci.