La difesa dell’ambiente nella Costituzione, il plauso del vicepresidente della Provincia
“La difesa dell’ambiente entra nella Costituzione italiana: un passo storico per il nostro Paese e per i suoi territori. Una decisione, assunta in modo trasversale dalle forze politiche, che proietta il nostro Paese in una nuova era, nella quale possiamo costruire e consolidare – non solo immaginare – un futuro sostenibile. Attraverso un percorso virtuoso che mette assieme le istituzioni e le comunità, a tutti i livelli, e che il Trentino ha già iniziato a percorrere, con importanti strumenti come la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile e l’attuazione dell’Agenda 2030”. Così il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore all’ambiente Mario Tonina accoglie positivamente la modifica costituzionale approvata ieri in sede definitiva dalla Camera dei deputati. Un passaggio, adottato praticamente all’unanimità dai rappresentanti dei cittadini, che è stato definito “una grande conquista” dal ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, tra i principali promotori della svolta per la “Costituzione green”.
“Il Trentino – afferma Tonina – da sempre sensibile all’ambiente per, come si suol dire, ‘costituzione’, non può che ritrovare nuova legittimazione e slancio da questa proposta che si salda fortemente con il più importante documento della nostra Repubblica”.
Anche il nostro territorio, che ha fatto della sostenibilità in tutte le sue declinazioni una delle direttrici del proprio sviluppo, si associa al plauso per la votazione del Parlamento.
Al termine dell’iter previsto per i disegni di legge costituzionali la Camera ha infatti ratificato, con la terza e ultima votazione, le modifiche nel testo della Costituzione, all’articolo 9 e all’articolo 41, che permettono l’inserimento della tutela ambientale e della difesa degli animali tra i principi fondamentali della Carta. I numeri del pronunciamento (468 voti a favore, un contrario e sei astenuti) sono tali da superare, come già accaduto al Senato, la soglia dei due terzi che evita il referendum costituzionale sulla modifica.