Vai a dormire, mamma…
Per me, erano le quattro di notte quando Teo – nel buio totale della Casalterzopiano – ha chiamato soffermandosi qualche secondo sull’ultima A di MAMMAAAAAAAAAAH (la H è muta).
Così, dopo tre ore e mezza di sogni deliranti in cui producevo tortellini per Chef Barbieri e capitoli pieni di errori (gran brutta vita, quella di chi ha due mestieri) mi sono trascinata fuori dal letto e ho varcato la soglia del corridoio nero pesto.
Poiché era talmente scuro da non vedere a due centimetri dal mio naso, ed effettivamente a quell’ora le palpebre di chiunque non sia un pipistrello sono discretamente pesanti, ho deciso di procedere ad occhi chiusi (così almeno potevo illudere il mio cervello facendogli pensare che stessi dormendo nel mentre).
Sono entrata nella cameretta, mi sono seduta sul lettino e ho cominciato ad accarezzarlo.
“Che cosa c’è?” – gli ho chiesto biascicando un po’.
“Ho fatto un brutto sogno…” – ha risposto lui, mentre io ho pensato fortemente che nemmeno il mio era poi lo stato dell’arte. (Barbieri non rientra nel mio must-have di uomo,ecco, lo ammetto)
Così l’ho accarezzato a lungo, le sue gambe calde sotto la copertina di pile e la mia schiena gelida bella esposta al freddo della stanza. (E della notte, che alle quattro di notte è notte, ok? Lasciatemelo dire.)
Poi, dopo qualche istante, mi sono alzata e gli ho detto di dormire, che gli volevo bene e che adesso i sogni sarebbero stati belli.
Lui ha sospirato e mi ha detto, dal nero del suo angolino di soffitta:
“Ma te ne vai così, senza nemmeno farmi una coccola?”
E lì, mi sono svegliata.
Avevo coccolato il figlio sbagliato, il Ragazzino, che per tutta la durata della cosa non ha mai smesso di ronfare alla grande.
Il mio istante di silenzio imbarazzato non è sfuggito all’attenzione del figlio “giusto”, che dall’alto dei suoi sette anni mi ha liquidato:
“Hai sbagliato letto. Vai a dormire, mamma, ne hai bisogno”
Roberta Nina Bianchin – autrice, sul web www.robertaninabianchin.it ma anche www.robertaninabianchin.com