Nella Casa della Fiaba una gondola in soffitta

C’era a Riva, all’inizio di via Maffei al n.4 e proprio a fianco dell’attuale biblioteca (allora Cassa Malati), una casa che aveva una grande soffitta nella quale poteva capitare di vedere una gondola veneziana.
Anni Cinquanta: erano le stagioni della Notte di Fiaba, quella delle edizioni più belle, dette “dei barconi”. Richiamavano migliaia di persone quei natanti che sfilavano nel golfo con scenari da incanto: Pinocchio, Cenerentola e Aladino. Nella casa della quale parliamo abitava la famiglia Graziani. Negli anni di fine guerra Amelia Carloni coniugata Graziani, battendo l’ostruzionismo fascista, avviò un laboratorio di maglieria proprio in due stanze della grande soffitta (nel 1960 venne trasferito al secondo piano). L’intraprendente Amelia sfornava gonne e vestiti da sera, maglie e maglioni e, ben presto, la casa di via Maffei divenne punto di ritrovo per Rivani operosi.
Luisa e Bice, le figlie della donna, avevano buon gusto, idee ed entusiasmo. In quegli anni la Notte di Fiaba era il grande evento. Società sportive, enti e associazioni impiegavano per dodici mesi schiere di volontari. Si costruivano castelli delle fate, minareti, draghi sputafuoco. Si usavano telai in metallo e quintali di cartone che, bagnato, si solidificava per venire poi plasmato e colorato. Succedeva soprattutto nei capannoni, ma quella soffitta era il centro di quel mondo. La Bice fu l’anima di quell’attivismo: con lei si radunavano i “grandi padri” della Notte di Fiaba, come Dante Dassatti, Ettore Righi, Mario Pignolli, il capitano Chincarini, Ezio Marchi, quindi i Perini, Cattoi, Bresciani, Viola e Dal Lago. Nelle svariate edizioni della Fiaba ci sono state diverse gondole veneziane. La più bella vide la luce in quella soffitta nel 1952. Per poterla portare giù in strada e poi adagiarla nel lago venne costruita a pezzi con, parte a sé, l’abitacolo per dame e dignitari. I singoli pezzi venivano poi assemblati fino a rivestire la grande barca nel canale della Rocca. La Bice presentò nel corso di alcune edizioni successive diversi altri natanti. Nel 1961 vinse con il natante “Bersaglieri d’Italia” e, nel 1962, con “Oriente Esotico”. Grazie alla sua abilità di stilista e sarta diventò, dall’edizione del 1959 in poi e a fianco della signora Zocca, la responsabile dei costumi del Gruppo folcloristico rivano. Il gruppo con Mario Pignolli e con “Cianci” Amistadi, che sfilava a capo dei cestisti del Giesse basket, era preceduto dalle Portatrici di Fiori. In quell’atmosfera di entusiasmo la bambina Renata Attolini, nipote delle Graziani, con a fianco l’amica Facincani, venne attivata in diversi ruoli. Le due amiche in costume aprivano le sfilate folcloristiche. Renata impersonò personaggi come la Batterfly e fu Cleopatra a fianco dell’amica Elda Facincani sul barcone che vinse l’edizione del 1963.
Più di sessant’anni sono passati da allora. I ricordi si affievoliscono, ma c’è stato un tempo nel quale in via Maffei c’era la Casa della Fiaba con laboratorio di maglieria Graziani, cenacolo di grandi personaggi. Oggi, richiamati alla memoria quei momenti, ci si può soffermare a guardare in alto, dalle parti della soffitta, dove si ritrovava un gruppo di Rivani. Lassù (è pur sempre storia anche se può sembrare surreale) in una stagione ormai lontana venne costruita una gondola veneziana per rendere magica la Notte di Fiaba dei barconi.
Vittorio Colombo